giovedì 18 giugno 2015
REALITY
Sono
d'accordo con l'autore dell'articolo su MasterChef a proposito dei candidati
che piangono sempre durante la trasmissione. Non ho visto MasterChef Italia ma
ho guardato un pò la versione francese: tutti i candidati ripetevano che questo
programma poteva cambiare la loro vita, e spesso scoppiavano in lacrime, quando
erano eliminati (o anche quando avevano vinto), o semplicemente quando qualcosa
non andava bene. Non so se i candidati italiani piangano meno o più dei
candidati francesi, ma in ogni caso, non la penso come l'autore dell' articolo,
quando fa il suo paragone grottesco, fra i candidati e i resistenti torturati
dalle SS, durante la seconda guerra mondiale, che non avevano pianto una
lacrima.
La colpa non è della vita molto più facile, o del fatto che queste persone siano meno brave di prima. Non è possibile paragonare queste due epoche.
Invece, penso che questi candidati siano stato scelti perchè sono proprio molto emotivi, espansivi e sicuramente un pò creduloni, se pensano che la loro vità stia per cambiare, grazie a questa trasmissione. E la pressione, l'isolamento, ma anche il montaggio, fanno tutto il resto.
È la stessa cosa per gli altri reality show, come Koh Lanta per esempio.
Ogni anno, c'è lo stesso tipo di personaggio, selezionato dalla produzione. Bisogna avere, se possibile, qualcuno che abbia imparato a nuotare recentemente per avere prove di nuoto spettacolari, diverse persone che vogliano comandare tutti gli altri, altre che abbiano bisogno di dire assolutamente tutto ciò che pensano, e infine, qualcuno che non possa lasciare la propria famiglia per un giorno, senza scoppiare in lacrime. E il montaggio è fatto per accentuare queste caratteristiche.
Alla fine, queste trasmissioni non rappresentano delle persone vere. Solo l'illusione del potere della televisione è vera.
La colpa non è della vita molto più facile, o del fatto che queste persone siano meno brave di prima. Non è possibile paragonare queste due epoche.
Invece, penso che questi candidati siano stato scelti perchè sono proprio molto emotivi, espansivi e sicuramente un pò creduloni, se pensano che la loro vità stia per cambiare, grazie a questa trasmissione. E la pressione, l'isolamento, ma anche il montaggio, fanno tutto il resto.
È la stessa cosa per gli altri reality show, come Koh Lanta per esempio.
Ogni anno, c'è lo stesso tipo di personaggio, selezionato dalla produzione. Bisogna avere, se possibile, qualcuno che abbia imparato a nuotare recentemente per avere prove di nuoto spettacolari, diverse persone che vogliano comandare tutti gli altri, altre che abbiano bisogno di dire assolutamente tutto ciò che pensano, e infine, qualcuno che non possa lasciare la propria famiglia per un giorno, senza scoppiare in lacrime. E il montaggio è fatto per accentuare queste caratteristiche.
Alla fine, queste trasmissioni non rappresentano delle persone vere. Solo l'illusione del potere della televisione è vera.
IL MIO IDOLO
Lui, l'ho scoperto con il suo secondo film, "Un eroe molto discreto" perché
ha avuto già un premio a Cannes.
Questo film è un gioiello di umorismo e di tenerezza.
Mi aveva naturalmente condotto a vedere il suo primo film "Guarda gli uomini cadere".
In questo momento ho compreso che "un eroe molto discreto" non era un incidente, quest' uomo era semplicemente geniale
Questo film è un gioiello di umorismo e di tenerezza.
Mi aveva naturalmente condotto a vedere il suo primo film "Guarda gli uomini cadere".
In questo momento ho compreso che "un eroe molto discreto" non era un incidente, quest' uomo era semplicemente geniale
specialmente
nel dosare sottilmente il sogno e la realtà.
Questo equilibrio, senza cadere nel surrealismo o nell'intellettualismo lo ritroviamo in "Sulle miei labbra", "Di battere il mio cuore si è fermato", "Di ruggine e d'ossa" e "Il profeta "(altro premio a Cannes).
Conosco pochi registi di cui amo tutti i film senza preferirne uno solo: Blier, Tarantino e Jacques Audiard.
(Mi piaccono molti altri registi ma di questi tre, mi piaccono tutti i film senza eccezione)
Una parola mi viene in mente quando penso a loro: giubilo.
Dominano l'arte di unire le parole e alle immagini in modo tale che si possa ascoltare appena i loro film o solo vederli.
È curioso che i miei due registi francesi preferiti siano i figli di due leggende come Michel Audiard e Bernard Blier.
Questo equilibrio, senza cadere nel surrealismo o nell'intellettualismo lo ritroviamo in "Sulle miei labbra", "Di battere il mio cuore si è fermato", "Di ruggine e d'ossa" e "Il profeta "(altro premio a Cannes).
Conosco pochi registi di cui amo tutti i film senza preferirne uno solo: Blier, Tarantino e Jacques Audiard.
(Mi piaccono molti altri registi ma di questi tre, mi piaccono tutti i film senza eccezione)
Una parola mi viene in mente quando penso a loro: giubilo.
Dominano l'arte di unire le parole e alle immagini in modo tale che si possa ascoltare appena i loro film o solo vederli.
È curioso che i miei due registi francesi preferiti siano i figli di due leggende come Michel Audiard e Bernard Blier.
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