(diario collegiale del corso d'italiano più famoso di Parigi)
domenica 5 ottobre 2014
IL NOME DELLA ROSA
Il romanzo si apre con l’inizio di una storia scritta su un
diario. Lo scrittore è un monaco del monastero di Melk, che è sul punto di
morire. La vicenda si svolge in un’abbazia ilcui nome è tenuto segreto. Siamo nell’anno 1327.Maxime
È la storia di due uomini , un vecchio e un giovane, che sono monaci cattolici. Il giovane diventa il discepolo del più anziano, Guglielmo da Baskerville, e anche il suo scrivano. Sembra che gli eventi che verrano saranno entusiasmanti.
Guglielmo è un uomo molto alto e magro, con occhi acuti e penetranti. Ha sempre un’espressione molto vigile, anche nei suoi strain moment di torpore. Ha circa cinquant’anni, ma il suo corpo è ancora molto agile e in alcuni moment la sua energia pare inesauribile.
In alcuni momenti tuttavia, Guglielmo sembrava spegnarsi nella sua cella, forse sotto l’influenza di sostanze vegetali capaci di dare allucinazioni. Lui è un frate particolare. Non conduce una vita regolare come tutti gli altri monaci, ed ha una visione molto aperta e obiettiva anche su tutto cio’ che non sembra far parte della dottrina cristiana.
Guglielmo ha le mani sempre macchiate a causa del suo lavoro coi libri o all' ospedale. Ma malgrado le apparenze, può essere molto delicato e preciso quando manipola delle cose fragilissime.
Guglielmo ha delle abitudini semplici : trascorre le sue giornate nei giardini dell'abbazia esaminando le piante o studiando i manoscritti in biblioteca
Guglielmo stupisce Adso perché ha con sé molti strumenti tecnici : crede alla potenza delle macchine, che avrebbero permesso prima o poi di viaggiare velocemente dappertutto.
Adso dice che il lettore deve farsi la propria idea su Guglielmo attraverso i fatti che saranno raccontati. Dice anche che lui e il suo maestro hanno camminato molti giorni per arrivare all’abbazia
Adso e Guglielmo dopo una messa in un paese a valle arrivano all’abbazia. Il narratore la tova davvero tremenda e minacciosa a causa della mole della muraglia, ma soprattutto della sua posizione nella montagna
Adso e Guglielmo proseguono verso l’abbazia. Guglielmo guarda con attenzione i dettagli e la bellezza del paesaggio. Remigio, il cellario dell’abbazia, va incontro a loro per accoglierli
Remigio dice che l'Abate dovrà essere avvisato del loro arrivo e manda un frate ad avvertirlo. Guglielmo tuttavia, ha intuito che Remigio e gli altri frati stavano inseguendo un cavallo e indica loro la direzione presa dall’animale.
Guglielmo dice al cellario Remigio che il suo cavallo si trova nel deposito dello strame. Eppure dichiara di non averlo visto e indovina anche che il cavallo si chiama Brunello. Il cellario è molto sorpreso.
Guglielmo convince Remigio e i monaci a prendere la direzione che lui ha indicato. Ci riesce perché senza averlo mai visto riesce addirittura a descrivere come è fatto. Adso vorrebbe interrogarlo in merito, ma quando sta per farlo arrivano i monaci che hanno ritrovato il cavallo dove aveva ditto Guglielmo
Adso ha l’impressione che a Guglielmo piaccia essere lodato per la sua perspicacia e intelliggenza. Ipotizza anche che la vicenda del cavallo sia stata per lui un occasione di presentarsi all’abate con una solida fama di uomo sapiente.
Adso vuole sapere da Guglielmo come ha fatto ad indovinare tutte quelle cose sul cavallo. Guglielmo risponde che il suo discepolo dovrà imparare ad interpretare tutte le tracce che il mondo ci offre.
Guglielmo spiega con esattezza come la sua intuizione su Brunello. Ha osservato le impronte sulla neve, dei rami spezzati, i peli della criniera in un cespuglio e altri finissimi dettagli che dimostrano la sua abilissima capacità intuitiva.
Per la descrizione del cavallo invece, si era semplicemente rifatto all’immagine canonica che i benedettini facevano dei migliori cavalli della loro scuderia : se si erano scomodati tanti monaci per cercarlo, non poteva che essere il migliore.
Il nome Brunello lo aveva indovinato perché a quel tempo tutti i cavalli più belli erano chiamati cosi’. Adso è talmente convinto dalla spiegazione di Guglielmo che si chiede come abbia fatto a non avere le stesse intuizioni
Guglielmo e Adso sono accolti all’abbazia dall'abate, Abbone da Fossanova, e da due novizi. Il francescano gli parla con enfasi e gli consegna una lettera dell'imperatore.
L’abate dice a Guglielmo e Adso che più tardi li raggiungerà nella loro cella per discutere di una questione. Adso non ha diritto ad una cella sua e deve dormire in una nicchia piena di paglia
Guglielmo spiega ad Adso che l’unica cos ache sapeva per certa era che un cavallo fosse passato dove lui aveva indicato. Solo quando i monaci erano ritornati con Brunello, aveva capito di aver ragione. Il suo senso di osservazione e l’intuizione lo avevano convinto a rischiare, facendogli indovinare la verità.
Adso finge di dormire, e all’arrivo dell’abate può ascoltare indisturbato la loro conversazione, che comincia con Guglielmo che spiega come ha indovinato dove si trovasse Brunello
L’abate ha fiducia in Guglielmo perché sa risolvere dei casi, facendo la differenza fra un vero colpevole, un innocente, e qualcuno strumentalizzato dal diavolo. Spera che lui sarà molto cauto nel giudicare.
L’abate vuole parlare a Guglielmo di una cosa che è accaduta nell’abbazia e che potrebbe vedere coinvolto un monaco. Per Abbone, la discrezione è assolutamente fondamentale. Vuole che Guglielmo trovi il colpevole, senza che lo sappiano in molti: scoprire e coprire. Il francescano è alquanto perplesso.
Guglielmo spiega all'Abate che ormai ha abbandonato la nobile attività di inquisitore e che adesso è a sua disposizione per aiutarlo. L'Abate gli racconta allora un fatto singolare che era accaduto pochi giorni prima e che aveva lasciato molto turbamento tra i monaci.
L'abate vorrebbe che Guglielmo risolvesse un enigma. Si tratta di un monaco giovane, Adelmo da Otranto, famoso per il suo lavoro di miniatura, che era stato trovato morto una mattina da un capraio in fondo alla scarpata del torrione est.
L’abate dice a Guglielmo che il corpo del monaco è stato seppellito nel cimitero dell’abbazia. Quest’ultimo afferma che non si tratta di un suicidio perché le finestre il giorno dopo erano state trovate tutte chiuse e davanti a nessuna di esse c’erano tracce di acque. L’abate non capisce come faccia Guglielmo ad intuire tutte queste cose.
Se la finestra fosse stata aperta, si fosse trattato di un suicidio invece i monaci non lo avrebbero sappellitto cristianamente. Dunque Guglielmo capisce che si tratta di un omicidio.
L’abate dice a Guglielmo questa frase misteriosa : « ho ragione di ritenere che un altro di loro si sia macchiato di un peccato altrettanto terribile. E fosse solo quello...”
Guglielmo chiede all’abate perché lui sospetta solo dei monaci. L’abate dice che la sera la biblioteca viene chiuso e a nessuno è permesso entrarci, nemmeno ai monaci. Nessuno dei famigli oserebbe mai entrarci
L’abate aggiunge che i famigli avrebbero paura ad entrare di notte in un posto sacro come quello della biblioteca. Qualche monaco invece, potrebbe averlo fatto.
Guglielmo prova a sapere qualcosa in più dall’abate, ma quest’ultimo fa capire di aver ricevuto delle informazioni durante una confessione e di non poterle rivelare
Forse durante la confessione l’abate aveva saputo qualcosa in relazione alla morte sospetta del monaco Adelmo. Guglielmo vuole visitare la biblioteca e porre delle domande ai monaci prima che l’abate annunci a tutti la sua indagine.
L’abate proibisce a Guglielmo di aggirarsi nell’ultimo piano della biblioteca. Questa biblioteca è particolare perche ha dei monaci da tutto il mondo che restano per poco tempo per copiare i manoscritti rari in cambio di altri pergamene. Ci sono anche altri monaci che restano tutta la vita per le loro ricerche.
L'abate racconta a Guglielmo che nell'abbazia, durante i secoli degli uomini devoti hanno lavorato duramente. La conformazione della biblioteca è un segreto che risale ai secoli della sua creazione e i monaci non lo conoscono. È un segreto che si trasmette di bibliotecario in bibliotecario.
Il bibliotecario è il solo monaco che può camminare nella biblioteca, che sa dove si trovano i libri, e se questi libri contegono segreti o menzogne. Gli altri monaci possono soltanto conoscere l'elenco dei libri, che da poche informazioni sul vero contenuto. Quando un monaco chiede un libro, il bibliotecario decide se può averlo, forse dopo aver consultato l'abate.
La biblioteca conserva anche dei libri che vanno contro la dottrina cristiana, perché anche in essi può trasparire la luce divina. Quindi non può essere frequentata da chiunque.
L’abate dice a Guglielmo che nessuno deve entrare nell’ultimo piano della Biblioteca. Chi lo facesse, rischierebbe di non uscirne più. Quindi anche Guglielmo dovrà adeguarsi a questa regola
L'abate non permette a Guglielmo di visitare la Biblioteca subito per cominciare la sua inchiesta. Adesso incontrerà Ubertino, un frate che disprezza la biblioteca e che sta molto in chiesa a pregare
Guglielmo vuole vedere Umbertino, il suo vecchio amico e domanda delle informazioni all'Abate. Questo gli risponde che pur avendo sessantotto anni, Umbertino ha ancora la forza della sua gioventù. Gli propone anche di cenare con la comunita, ma Guglielmo preferisce andare subito da Umbertino. Mentre sta uscendo, sente un urlo straziante dalla corte.
Adso fa una descrizione non molto positiva dell’aspetto di Salvatore. Guglielmo pone una domanda a quest’ultimo, che invece di rispondere fa un inchino e scappa via.
Guglielmo e Adso incontrano Ubertino da Casale, un vecchio monaco di Cluny. Il suo fisico somiglia a quello di un santo, colto, saggio. È commosso nel rivedere il suo caro amico, dopo tanto tempo e tante prove.
Adso già aveva sentito parlare di Ubertino da Casale. Qualcuno gli aveva detto che Dante Alighieri aveva composto un poema i cui versi erano una parafrasi di scritti da Ubertino da Casale, il quale era famoso e aveva molti titoli di merito. Per meglio spiegare l’importanza dell’ incontro di Guglielmo e Ubertino, lui vuole ricostruire le vicende di quegli anni a partire da quello che ha ascoltato nei colloqui che Guglielmo aveva avuto con abati e monaci nel corso del loro viaggio.
Ubertino da Casale faceva parte degli spirituali e predicava la dottrina francescana. Questa dottrina fu diffusa attraverso l’Italia da fraticelli poveri. Esistevano dunque due mondi distinti, uno apparteneva alle autorità ecclesiastiche e il secondo viveva dell'elemosina e del lavoro delle proprie mani.
Il nuovo papa Bonifacio VIII, il sostituto di Celestino V, si era affrettato a dimostrare scarsissima indulgenza per spirituali e fraticelli in genere. Ma, poco prima della sua morte, in una delle sue ultime bolle, aveva condannato con forza quelle stesse persone che si sottraevano alla vita dell'ordine per darsi all'eremo
Il seguente Papa, Giovanni XXII, aveva accentuato la persecuzione dei fraticelli e degli spirituali con espulsioni dalla Sicilia, carcerazioni e condanne al rogo per quelli che non volevano abbandonare le loro convinzioni
Dichiarando eretica l'idea che Cristo e gli apostoli fossero poveri, come affermavano i fraticelli, il papa Giovanni XXII aveva condotto molti monaci al rogo.
Guglielmo racconta di aver abbandonato la professione di inqusitore perché vuole giudicare le persone dai fatti concreti e non dalle intenzioni che possono essere fraintese
Guglielmo ha rinunciato a essere un inquisitore. Ubertino pensa che sia un peccato, visto che Guglielmo voleva soltanto scoprire la verità. Ecco perché Guglielmo è lì: per fare luce sulla morte del monaco.
Ubertino è arrabbiato perchè pensa che la chiesa sia stata corrota dai suoi dirigenti: non ha più la purezza originaria. È solamente peccato , lussuria, lussuria inutile e sconveniente. Ha paura che l'Anticristo stia per arrivare presto.
Ubertino dice à Adso che l'anticristo ha mandato i suoi luogotenenti per distruggere la città e ucciderlo. Adso pensa che lui è pazzo ma la sua morte in circostanze sospette, qualche anno dopo, sembrava confermare la sua profezia.
Ubertino accusa Guglielmo di non credere all'avvento dell'Anticristo. Ride di lui e del suo maestro Ruggiero Bacone, che, secondo lui, si interessano troppo alla scienza e alla ragione. Il francescano lo contraddice, sostenendo che il solo modo per prepararsi alla venuta dell'Anticristo è accrescere le proprie conoscenze e forse immaginare delle macchine volanti.
Guglielmo fa delle domande ad Ubertino su Salvatore. Questi gli risponde che Salvatore ha altri difetti, ma non ha niente contro la religione. Gli consiglia anche di cercare il colpevole tra i sapienti e non fra i semplici.
Adso e Guglielmo discutono di Ubertino. Per Guglielmo lui avrebbe potuto essere un grande uomo o un grande eretico a causa delle sue capacità, ma non era stato così. Guglielmo domanda anche ad Adso di smettere di guardere le statue spaventose dell’ingresso.
Adso vorrebbe saperne di più sulle piante che provocano cattive visioni. Ma queste conoscenze sono riservate di solito agli erboristi, benché anche Guglielmo le conosca.
Guglielmo chiede a Severino se Adelmo avesse avuto visioni, Non intende parlare delle visioni causate da certe erbe di Severino, ma piuttosto delle visioni diaboliche che forse appaiono a quelli che entrano nell' Edificio durante le ore vietate, e che avrebbero potuto spingere Adelmo nel precipizio.
Severino elenca le frequentazioni di Adelmo e sembra insistere particolarmente su Berengario. Guglielmo avverte tale insistenza ma finge di non accorgersene.
Adso e Guglielmo notano che le finestre dello scriptorium sono difficili da aprire, mentre quelle del refettorio si raggiungono facilmente. Entrambe danno sul precipizio in cui è morto Adelmo
Quando arrivano nello scriptorium, Adso è meravigliato. Si tratta di un spazio immenso con quaranta finestre e con posti di lavoro per quaranta monaci. Severino spiega che i monaci sono dispensati dagli uffici per non interrompere il loro lavoro nelle ore di luce. Gli antiquarii, gli alluminatori più esperti, i rubricatori e i copisti hanno i posti più luminosi.
Adso e Guglielmo incontrano il bibliotecario Malachia. Guglielmo vorrebbe sapere come fa Malachia a conoscere le posizioni di tutti i libri nella biblioteca e questo gli mostra un grande libro pieno di codici fittissimi
Per leggere i codici di Malachia, Guglielmo infila uno strumento quasi sconosciuto all’epoca, che somiglia a degli occhiali. Adso è orgoglioso di essere al seguito di un uomo tanto saggio
Guglielmo chiede a Malachia i principi di sistemazione dei libri in biblioteca. Ma Malachia risponde che sono delle informazioni segrete. Solo il bibliotecario può conoscerle.
Guglielmo chiede informazioni a Malachia sul funzionamento della biblioteca. Malachia spiega che bisogna chiedere a lui per ottenere qualsiasi libro e che alcuni libri non si possono ottenere
Per indagare sulla morte di Aldemo, Gugliemo interroga Malachia sul lavoro del giovane miniatore. Malachia risponde che il suo lavoro era bizzarro e gli mostra il tavolo di Adelmo.
Adso e Giugelmo scoprono gli ultimi lavori di Adelmo. Si tratta di fogli miniati di una grande bellezza che mischiano animali fantastici e scene di vita campestre.
Frate Guglielmo scopre i lavori dal povero Adelmo tra ammirazione e riso. Poi fa un commento a voce bassa e sente la voce di un vecchio monaco cieco che gli risponde.
L'uomo che aveva detto queste parole era un monaco cieco molto vecchio. Malachia lo presenta a Guglielmo come Jorge da Burgos, dicendo che era anche il confessore dei altri monaci. Quest’ultimo spiega che con le sue parole voleva solo ricordare uno dei principi della loro regola, la quale condannava il riso.
Il vecchio frate Jorge insinua che le opere di Adelmo non fossero abbastanza dedicate a Dio : Quindi Dio l’avrebbe punito facendolo cadere dal finestrone. Al contrario, Venanzio da Salvemec pensa che Adelmo si sia preoccupato della qualità delle sue opere.
Jorge, il vecchio monaco, non ricorda di aver partecipato a una discussione sulle metafore, sul'umore, con Adelmo e altri monaci. Berengario nota che di solito, la mente di Jorge è molto viva.
Venanzio ha una reazione singolare e risentita nei confronti delle parole di Jorge. Questo crea un'atmosfera di imbarazzo tra i presenti e Berengario arrossisce violentemente. Malachia allora interviene con autorità dicendo a Guglielmo che vuole mostrargli altri libri interessanti.
Jorge dice ad Adso che il suo è un nome grande e bellissimo e che Adso da Montier en Der era l’autore di un libro premonitore, il Libellus de Antichristo. Guglielmo tuttavia dice che le cose scritte nel libro non si sono mai avverate, ma Jorge non è d’accordo con lui.
Jorge grida ad alta voce che l’Anticristo sta per arrivare e che non bisogna dissipare gli ultimi sette giorni rimasti. Tutti sembrano scossi dalle sue parole.
Guglielmo e Adso discutono con Nicola da Morimondo, il mastro vetraio dell’abbazia. Questo rivela che strane storie circolano sulla biblioteca. Un Monaco sarebbe entrato di notte e avrebbe visto dei mostri.
Nicola, il mastro vetraio, ha scoperto in un libro il modo di fare dei suffumigi che procurano cattive visioni. Durante la notte, si possono vedere dei fuochi fatui dal piano superiore dell’abbazia. Molti credono che si tratti delle anime dei monaci deceduti.
Guglielmo non sa ancora di cosa si tratti, ma per lui il fatto imporante è che qualcuno ha provato e ancora prova ad entrare in biblioteca di notte, nonostante il divieto.
Adso pensa che il caso di Adelmo potrebbe trattarsi di un delitto. Gugliemo invece pensa che l'ipotesi del suicido sia la più semplice. Rimarrebbe in quel caso da spiegare la posizione del corpo.
Adso è convinto che si tratta di un omicidio. Gugliemo non lo sa ancora ma è sicuro che tutti nascondono qualcosa. In particolare, dice che bisogna tenere d'occhio Benragario, l'aiuto bibliotecario.
Dopo la cena, Guglielmo interroga l'abate sulle abitudini del convento riguardo alla chiusura delle porte. Quest’ultimo spiega che il bibliotecario chiuderà tutte le porte, sprangandole dall'interno, ma non dice come farà poi lui ad uscire.
Guglielmo deduce dalla risposta dell' Abate che esiste un' altra entrata per la biblioteca, e che questa deve restare segreta. Guglielmo e Adso si appostano nella navata principale, e vedono Malachia che esce da una capella laterale. Guglielmo pensa che ciò indichi un passagio verso l'Edificio, e che forse sotto il cimitero, ci sia un ossario che funge da passaggio.
Guglielmo intuisce che la spiegazione della morte di Adelmo potrebbe trovarsi nella biblioteca, e ci vuole andare di notte. Pensa anche che i segreti che scoprirà non dovranno essere rivelati a tutti.
Adso e Guglielmo stanno pregando quando all’improvviso entrano dei porcai : hanno trovato un corpo senza vita e pare essere quello di un monaco. Tutti si precipitano verso il luogo del ritrovamento.
In una giare, un grande recipiente col sangue dei maiali ci sono due gambe umane di un uomo ficcato a testa in giù. L'Abate ordina di trarre fuori dal liquido infame il cadavere.
L’abate prega Guglielmo di aiutarlo a risolvere i misteri dell’abbazia e gli conferma che il monaco trovato nella giara non era presente alla prima messa della mattina, quindi l’omicidio poteva risalire anche alla notte precedente.
Gugliemo e Severino discutono sul cadavere. Il cadavere non è stato annegato ma l'assassino l'ha ucciso e poi l'ha buttato nella giara. Entrambi decidono di esaminare meglio il corpo.
Adso e Guglielmo chiedono ai monaci di rientrare perché vogliono rimanere soli ad esaminare il corpo. Guglielmo vuole vedere delle orme sulla neve, ma ce ne sono troppe
Poiché la vittima (Venanzio da Salvemec) non può essere caduta da sola nel recipiente prima di morire, Guglielmo e Adso presuppongono che qualcuno abbia trasportato il corpo da un altro luogo. Quindi cercano delle impronte sulla neve fra la stalla e l’edificio, e trovano delle impronte di piedi umani.
Per Guglielmo l’assassino ha agito nella biblioteca e poi ha dovuto spostare il corpo, perché non vuole che la loro attenzione si concentri sulla biblioteca
Guglielmo ipotizza che l’assassino abbia ucciso Venanzio solo per lasciare un segno, per significare altro. Severino intanto ha lavato ed esaminato il corpo senza trovare nessuna ferita o contusione
Guglielmo suggerisce che forse Venanzio è stato ucciso da un veleno. Severino dice che non ci sono trace di veleno nel corpo, ma che alcuni veleni non lasciano trace
Nel laboratorio di Severino, Guglielmo lo interroga sulle sostanze che potrebbero uccidere un uomo o provocare delle visioni. Le riposte di Severino sono evasive e Guglielmo pensa che lui nasconda qualcosa.
Appena finita la preghiera, Adso e Guglielmo raggiungono Bencio che si sta dirigendo alla biblioteca. Pare aver fretta di recarsi allo scriptorium. Ma Guglielmo gli ricorda che sta svolgendo un'indagine per mandato dell'Abate, e lo conduce nel chiostro.
Berengario aveva detto durante una discussione che bisognava leggere meglio i poeti africani e Guglielmo chiede spiegazioni a Bencio su questo evento. Quest’ultimo dice che Malachia si era infuriato per la frase di Berengario, e che nel cataologo della biblioteca ci sono due indicazioni misteriose : Africa e Finis Africae.
Bencio dice a Guglielmo che alcuni libri portavano un segno, e che quelli erano stati perduti ; gli consiglia anche di contollare Berengario soprattutto quando sale in biblioteca. Guglielmo osserva che Berengario e ancora una volta accusato dagli altri monaci e che la verità sembra essere in biblioteca.
Adso pensa che Bencio voglia dirigerli verso la biblioteca, per scoprire qualcosa. Guglielmo, invece, crede che forse Bencio voglia allontanarli dal luogo realmente interessante per l'inchiesta, ma non sa quale. Tuttavia, devono sorvegliare la biblioteca, e cercare di penetrarci, anche se è vietato, perchè nasconde certamente dei segreti.
Adso e Guglielmo si allontanano dal chiostro e vedono Berengario che esce dalla chiesa per andare all' Edificio. Gugliemo lo chiama, poi, vedendo che è molto sconvolto, prova ad approfittare e gli dice che ha sentito che Berengario è stato l'ultimo a vedere Adelmo vivo.
Guglielmo finge di minacciare Berengario. Questo si spaventa e raconta di avere visto Adelmo prima che morisse. Dice che Adelmo si muoveva con un'andatura strana, come se lui fosse già morto.
Berengario racconta a Guglielmo il suo incontro con Adelmo e la sua storia è molto strana perché ha visto una mano che arde. Guglielo si chiede perché Adelmo abbia chiamato Berengario “maestro”.
Berengario dice di essersi bruciato una mano con una luce che portava il fantasma di Adelmo. Aggiunge che quest’ultimo andava nella direzione opposta al dormitorio e poi chiede a Guglielmo di non interrogarlo più
Guglielmo ordina a Berengario di andare a confessarsi. È soddisfatto di aver capito che fantasma non c’è. O adelmo o Berengario erano in trance quando si sono incrociati nel cimitero.
La storia di Berengario ha confermato che Adelmo è morta suicida. Forse aveva confessato a qualcuno il suo peccato e questa persona gli aveva incusso terrore e rimorso.
Berengario ha fatto fare ad Adelmo qualcosa che non avrebbe dovrebbe fare, poi quest' ultimo gli ha dato la colpa e Berengario si sente molto male ora. Adso ha capito ciò che hanno fatto insieme, ma non capisce perchè Adelmo non abbia cercato il perdono del Dio, invece di commettere un altro peccato
Guglielmo pensa che ci sia un'evoluzione nel rituale cristiano, ispirata ai dolori di Cristo e della Vergine, con piu di flagellazioni, attraverso l'evocazione dei tormenti infernali. Il senso di colpa di Adelmo sarebbe stato causato anche da questo.
Guglielmo e Aymaro da Alessandria discutono insieme sugli eventi. Aymaro sottintende con il suo discorso che l’abate accordi troppa importanza alla biblioteca, dimenticandosi del resto. Inoltre afferma che se al posto di Adelmo fosse morto qualcun’altro che passa troppo tempo in biblioteca, molti monaci sarebbero stati felici.
Aymero non è molto a favore delle confidenze. Soprattutto non vuole essere considerato un eretico. Pensa che qualcuno non voglia che i monaci siano liberi di fare o leggere tutto. Forse Adelmo ha inghiottito delle erbe cattive ? Questo spiegherebbe il suo comportamento strano prima di morire.
Guglielmo sospetta che Jorge non dica la verità, perché afferma che qualche giorno prima non discutevano con Venanzio sul problema della commedia, bensì sul riso. Ma Adso ricorda benissimo che interrogato, Jorge aveva precedentemente detto di non ricordarsi affatto di quella discussione.
Jorge pensa che Gesù non abbia mai riso, mentre Guglielmo non ne è sicuro : Dopotutto gli animali non ridono, e il riso è il simbolo della razionalità dell’uomo.
Guglielmo prova a controllare il tavolo di Venanzio, ma subito arriva Bencio e gli dice che ha assolutamente bisogno di parlargli per confessare altre cose
Guglielmo, chiede al bibliotecario che il tavolo di Venanzio sia custodito e l’altro non può che acconsentire. Sembra che dispiaccia a molti che Guglielmo metta le mani su qualcosa sopra o sotto il tavolo di Venenzio. che cosa sarà? Nessuno lo sa, ma forse lo sapranno presto, quando Bencio li avrà raggiunti.
Sembra che Bencio voglia allontanare Guglielmo e Adso dallo scriptorium. Tuttavia confessa a Guglielmo che Berengario ha accennato al finis Africae durante la conversazione sul riso
Benciò è molto curioso di frugare nel tavolo di Venanzio. È per questo vuole tenere Guglielmo lontano, e ha dato altre informazioni in cambio: Berengario provava un sentimento immorale per Adelmo e lo ricattava, per ottenere tutto quello che desidera.
Bencio dice che tutti sapevano che Berengario fosse inamorato di Adelmo, ma che quest’ultimo si interessava solo al suo lavoro. Bencio dice di aver sorpreso una loro conversazione che trattava di ricatto amoroso e di notizie segrete.
Bencio spiega di aver visto di notte Berengario che seguiva Adelmo lungo i corridoi. Adelmo era andato a confessare il suo peccato a Jorge e adesso anche Berengario sapeva che il loro segreto era stato confessato a qualcun’altro
Poi Bencio afferma che Adelmo, sconvolto, era entrato in chiesa, mentre Berengario si era rifugiato fra le tombe del cimitero. Tuttavia un’altra persona aveva assistito a tutta la scena : si trattava di Venanzio, che prima che Bencio si allontanasse, aveva raggiunto Adelmo in chiesa. La mattina dopo, Adelmo era stato trovato morto.
Guglielmo spiega ad Adso che Adelmo era stato preso dal rimorso ed era corso a confessarsi per ottenere l’assoluzione da un certo austerissimo Jorge, che gli aveva imposto qualche impossibile penitenza, la quale non era bastata a placare quel rimorso.
Guglielmo sembra credere al racconto di Bencio. Forse Berengario se ne era andato sconvolto, e Adelmo si era ucciso per la vergogna dopo la confessione con Jorge.
Adso scopre che Guglielmo era stato incaricato di organizzare un incontro fra i delegati del papa e quelli dell’imperatore per trovare un accordo politico. L’incontro sarebbe avvenuto nell’abbazia dove si trovavano, perché l’abate era una figura ben vista da entrambe le parti
Dopo i recenti fatti avvenuti all'abbazia, l'Abate è inquieto e manifesta i suoi dubbi a Guglielmo. Teme molto la visita della legazione del papa che indaga sui drammi sopraggiunti in seno all'abbazia. Se accade un altro avvenimento spiacevole, l'abate teme che i delegati pensino ad un complotto dei monaci contro di essi.
Guglielmo e l'Abate hanno solo due soluzioni: o Guglielmo trova l'assassino prima che la legazione del papa arrivi all' abbazia, o l'Abate dovrà avvertire il rappresentante del papa e chiedere la sua aiuto, ma questo significa che l'Abate non sara più l'unica persona che dirige questo luogo, cosa che lui non vuole. Guglielmo e l'Abate decidono di prendere la loro decisione l'indomani.
Guglielmo spiega ad Adso che si sveglieranno nella notte per entrare in biblioteca. Infatti Guglielmo pensa che l’Abate gli abbia dato delle informazioni sul cellario per distoglierlo dall’idea di indagare nell’Edificio
Nessuno poteva avvicinarsi della scrivania di Venanzio, neanche Malachia, il bibliotecario, che si era astenuto. Guglielmo che aveva ottenuto la licenza di indagare per tutta l'abbazia chiede a Malachia se qualcuno si fosse avvicinato alla scrivania. Poi non volendo impegnarsi in una prova di forza con Malachia, non dice niente ma è determinato a recarsi segretamente in biblioteca senza creare incidenti.
Gugliemo e Adso vengono a sapere dall’anziano Alimando da Grottaferrata che la biblioteca è un labirinto, e che si può entrare dall’ossario quando la porta è chiusa.
Il vecchio Alinario mette in guardia Guglielmo e il suo discepolo riguardo all’Anticristo. Il vecchio uomo fa un confronto con l'apocalisse e pensa che gli omicidi siano legati alle 7 trombe descritte nel libro. Il prossimo omicidio dovrebbe quindi essere legato al passo sulle creature marine
Guglielmo dice ad Adso che Alinario sta perdendo la sua mente e pensa che il vecchio uomo gli ha dato involontariamente una pista per entrare segretamente nell'abbazia.
Guglielmo e Adso partecipano alla cena e si nascondono nella navata laterale per non farsi vedere da nessuno. Quando gli altri monaci sono usciti, cominciano il loro lavoro.
Guglielmo ripete a bassa voce le parole che aveva udito da Alinardo. Introduce le dita nelle occhiaie di un teschio, e subito si sente un cigolio. L'altare si muove, lasciando intravvedere un’apertura buia.
Gugliemo e Adso sono nell'ossario e il percoso sembra spaventoso. Quando arrivano nell'ultima sala, sentono un rumore e capiscono che c'è qualcuno. Ma erano sicuri che nessuno fosse entrato prima di loro, quindi deve esserci un'altra entrata.
Gugliemo e Adso arrivano davanti al tavolo di Venanzio, e constatano che un libro in greco è sparito. Forse c'è qualcuno che li osserva, ma non devono avere paura...
Guglielmo e il suo assistente trovano un foglio e Guglielmo comincia a leggerlo. E un foglio scritto in greco e in piccole lettere. Più lo legge, più lo trova interessante. Nasconde la pergamena, una trovata quasi miracolosa, per non cadere nelle insidie del suo ospite misterioso. Sente un rumore proveniente dalla scala che porta alla biblioteca e scende in quella direzione.
Qualcuno attira Guglielmo ed Adso lontano dalla scrivania di Venanzio con un rumore. Ma poco dopo Guglielmo capisce che si tratta di una trappola e corre indietro. Vede solo un’ombra che fugge.
Adso si getta all’inseguimento del ladro misterioso, ma quest’ultimo sembra scomparso nel nulla. Guglielmo deduce che ci sono altri ingressi nascosti che loro non conoscono
Con il suo ritorno tempestivo Guglielmo ha evitato che il ladro prendesse la pergamena con il messaggio di Venanzio. Ma l’ombra gli ha portato via le sue preziose lenti
Venanzio aveva scritto, con un inchiostro simpatico, su una pergamena. Il testo era composto di caratteri zodiacali. Prima che il testo sparisca, Adso lo ricopia su un foglio e Guglielmo prova a decifrarlo.
Guglielmo capisce che Venanzio ha riformulato il suo messaggio con un alfabeto in codice. Adesso dovrà trovarne la chiave. Quello che è certo è che il messaggio parla del segreto del Finis Africae
Adso e Guglielmo si chiedono chi abbia rubato le carte di Venanzio. Pensano prima a Bencio, ma lui non avrebbe avuto il coraggio di farlo. Allora pensano a Berengario, che forse vorrebbe proteggere il segreto del Finis Africae che Venanzio aveva scoperto. Quindi si dicono che aspetteranno che Berengario torni probabilmente per rimettere il libro al suo posto.
Guglielmo esclude Malachia dai sospetti perché avrebbe avuto tutto il tempo per controllare la scrivania di Venanzio senza doversi intrufolare di notte.
Guglielmo e Adso sono nel labrinto e non riescono ad orientarsi. Tutte le stanze sono simili (finestre e libri), ma ci sono dei messaggi scritti sul muro, alcuni in nero e altri in rosso. Dopo qualche minuto si trovano di nuovo al punto di partenza. Si sono persi
Adso e Guglielmo camminano nella biblioteca, ma è un labirinto, e trovano solo delle pareti chiuse, quando cercano un passaggio. Ad un certo punto, Adso crede di vedere un fantasma gigante davanti a loro, ma in realtà, è solo uno specchio ingranditore e curvo che ha rinviato la luce della loro lampada.
Adso va verso la luce e trova un tavolo con sopra un libro aperto. Improvvisamente comincia ad avere delle allucinazioni, vede prima un drago e poi Berengario fino a quando non sprofonda nell’incoscienza
Adso si risveglia e dice che ha visto una bestia. Guglielmo gli spiega di averlo trovato sotto un tavolo in preda ad allucinazioni perche ha respirato un gas esilarante e di averlo portato via. Questo odore è la spiegazione delle visioni che impediscono agli sconosciuti di entrare in biblioteca di notte.
Dalle allucinazioni avute da Adso Guglielmo capisce che una mente malvagia protegge la biblioteca con specchi, erbe allucinatorie ed altri artifici. Dovranno stare molto attenti
Adso e Guglielmo sono ancora persi nella biblioteca di notte. Guglielmo è arrabbiato contro sé stesso perché non ce la fa ad uscire dal labirinto. Allora invece di trovare una soluzione e cerca un modo di ritornare senza perdersi.
Dopo una lunga ricerca in stanze diverse Guglielmo e Adso hanno perso la speranza. Stanno per mettersi a dormire quando per caso trovano la sala da cui parte la scala.
l'Abate aspetta Guglielmo ed Adso, e gli dice severamente che li ha cercati tutta la notte, ma non li ha trovati né in chiesa, né in cella. Guglielmo gli risponde che seguivano una traccia, ma non vuole essere più specifico. L'Abate gli dice che Berengario non era in coro a compieta, e anche che non è tornato nella sua cella. Se Berengario non è in coro a mattutino, che sta per suonare, allora significa che un’ altra sciagura è successa
È il panico all'abbazia perché al momento dell'ufficio delle Laudi, un monaco ha scoperto un panno bianco macchiato di sangue nella cella di Berengario. Jorge, che è presente, è sorpreso, ma per Guglielmo tutto è chiaro : Berengario probabilmente è morto.
Dopo avere sentito Bencio dire che potrebbe commettere peccato per un libro, Guglielmo e Adso capiscono l'importanza dei libri per i monaci. La seduzione della conoscenza, l'amore della biblioteca possono condurli alla violenza.
Guglielmo ha tradotto il testo di Venanzio sul Finis Africae, ma la frase è enigmatica : “La mano sopra l'idolo opera sul primo e sul settimo dei quattro...” Non capiscono cosa significa
L'Abate aspetta Guglielmo e Adso, e gli chiede che cosa è successo a Berengario e perchè non lo hanno ancora trovato. Guglielmo si difende: non è possibile finire un' inchiesta in due giorni, e l'Abate non li ha aiutati: non li ha autorizzati ad entrare in biblioteca o a fare tutte le domande che vogliono. Ma l'Abate dice che non vede il rapporto tra la biblioteca e gli omicidi. Nel monastero è lui il padrone dopo Dio, e decide i limiti entro i quali l'inchiesta si svolgerà
In assenza dell'abate, Guglielmo e Adso riflettono su come orientarsi nel labirinto. Il giovane suggerisce che per orientarsi, bisognerebbe inventare una macchina che permetta di trovare i punti cardinali, ma pensa che ciò non esista. Il suo padrone gli confida che è stata inventata e costruita e che alcuni navigatori l'hanno usata.
Adso e Guglielmo riflettono su un modo di spostarsi nel labirinto senza perdersi. Visto che tutti i labirinti sono costruiti su un modo matematico, loro devono essere logici e annotare ciò che vedono dall'esterno.
Guglielmo dice che dal disegno potrebbero riuscire ad orientarsi, ma il problema è rappresentato dai cartigli dell’apocalisse. La loro logica dovrebbe aiutarli ma resta ancora oscura.
I due vogliono scoprire il significato dei versetti dell' apocalisse che sono nella biblioteca. Notano che ogni stanza della biblioteca è contrassegnata da una lettera dell' alfabeto e probabilmente queste lettere formano un carme (una poesia).
In biblioteca Adso legge un documento sulla condanna a morte di Fra Dolcino e resta molto turbato, perché anche lui a assistito ad una scena simile con un frate del suo paesino.
Adso ritorna nella biblioteca da solo per ritrovare la stanza segreta. Non si sente bene perché ha paura, ha la febbre ed é irrequieto. Ma trova su un tavolo dei libri che appartengono a Malachia che non erano li la sera prima.
Nella biblioteca, Adso sfoglia un nuovo libro che è il libro della rivelazione dell’apsotolo, e cade prima su una miniatura della Vergine che lui paragona alla miniatura dello stesso soggetto che aveva visto in un altro libro. Poi cade su un’altra miniatura nello stesso libro che rappresentava la meretrice di Babilonia, cioè un personaggio biblico detto il ‘vascello di ogni vizio’; ma Adso non puo’ impedirsi di paragonare le due immagini e pensa che sia un gran peccato. Quindi, scappa dalla biblioteca prima fino allo scriptorium e poi al refettorio.
Adso si trova in una stanza scura. In questa stanza vede un libro aperto, e su una pagina vede un dragone con dieci teste e che si moltiplica. In seguito, altre cose strane capitano. Guglielmo si rovescia indietro e ha delle allucinazioni come per esempio, il soffitto che si inclina, vede Berengario con un sorriso odioso, poi sprofonda in un buio infinito che si apre sotto di lui.
Adso va nel refettorio d vede delle ombre che si muoono. Alcune di esse scappano, ma una di loro resta immobile e tremante. Si tratta di una ragazza con uno strano pacco accanto a sé
Il giovane novizio "apprende" delle cose che non aveva appreso mai al monastero di Pisa durante la sua infanzia. Apprende cosa significhi essere sedotto da una giovane donna. Sembra incuriosito perché gli è stato insegnato che la bellezza corporale è fugace e da tenere in conto assai vile. Questa nuova sensazione gli ha dato una grande emozione.
Malgrado la sua tenuta molto semplice, e una collana che sembra a prezzo molto basso, Adso scivola nell' ammirazione della bellezza selvaggia della fanciulla. La sua testa, il suo collo, il suo naso, le chiome gli fanno pensare a una torre d'avorio, alla porpora, o a bellissimi greggi di capre o pecore. Adso fa alla ragazza tutti questi complimenti
Adso e la giovane fanciulla trascorrono la notte insieme e il giovane monaco si lascia andare ai peccati della carne. Ma il rimorso comincia ad arrivare
Adso si sveglia e si rende conto di essere rimasto solo. La donna è scomparsa. Trova un sacco vicino a lui. Quando lo apre si accorge che è un cuore ancora vivo e sviene.
Adso ha avuto un malessere, è svenuto in cucina ed svegliato da Guglielmo che vorrebbe comprendere ciò che è accaduto. Guglielmo stuzzica il suo discepolo paragonandolo ad un ladro di frattaglie . Spiega poi che aveva seguito un'ombra che l'aveva condotto in cucina, dove aveva trovato il suo alunno svenuto.
Ancora terrorizato, Adso parla a Guglielmo del cuore che ha trovato. Pensa che un nuovo omicidio sia avvenuto. Ma Guglielmo gli risponde che è troppo grosso, ed è certamente un cuore di vacca o di bue invece. Quando Guglielmo chiede ad Adso, perchè aveva un cuore nelle mani quando lo ho trovato, Adso crolla in lacrime, e decide di confessare il suo peccato. Guglielmo lo ascolta con serietà, ma anche con molta indulgenza. Guglielmo è piuttosto interessato a sapere chi fosse la ragazza e chi dovesse incontrare.
Adso e Guglielmo cercano l'identità dell'uomo che andava con la contadina in cambio del cibo. Secondo Guglielmo, deve essere vecchio e brutto, e avere accesso alle cucine ed al villaggio. Esita tra Remigio e Salvatore.
Guglielmo e Adso scoprono che il cellario e Salvatore approfittano di povere ragazze in cambio di cibo. Allora Guglielmo decide di utilizzare questa informazione per spingerli a confessare quello che sanno a propositio dei delitti.
Guglielmo sta riassicurando Adso perché quest'ultimo è ancora pentito per il suo peccato. Guglielmo gli consiglia di andare in chiesa per chiedere al Signore il perdono.
Nella navata Guglielmo vede un'ombra, è il vecchio Alinardo. Incapace di dormire prega per l'anima del morto (Berengario) e dice che ci sono troppi morti
Guglielmo è stupito dalla somiglianza mentre le parole dell’Apocalisse e le condizioni della morte dei due fratelli che sembrano guidate da una stessa mente diabolica usando i simboli del testo dell’apostolo che sono la grandine per il primo morto e il sangue per il secondo... Ha paura che la scomparsa di un terzo fratello annunci ‘la terza tromba’ del testo che dice che una stella ardente cadrà sulla terra la quale diventerà oscura.
Guglielmo e Adso cercano Berengario vicino a un posto con dell’acqua. Poiché non ci sono fonti all’abbazia, decidono di perquisire i bagni : trovano lì Berengario, nudo e annegato in una vasca.
Guglielmo e Severino concludono che Berengario è morto annegato ma che nessuno lo ha afffogato. Severino dice che Berengario era solito fare dei bagni per la sua salute, e Guglielmo afferma che il corpo era nell’acqua da più di un giorno
Guglielmo ha detto una parte della verità a Severino sulla loro visita in biblioteca e Severino lo ha capito ma non ha detto niente. Severino ha osservato che se Berengario fosse stato il ladro del libro, forse dopo si era recato nei bagni. Ma Guglielmo ha risposto che in ogni caso, prima di andarci è stato da qualche altra parte, perché nei bagni il libro non c’era.
Guglielmo chiede a Severino se il male di cui soffriva Berengario potesse aver causato una perdita di coscienza e una morte da annegamento. Severino è dubbioso.
È la storia di due uomini , un vecchio e un giovane, che sono monaci cattolici. Il giovane diventa il discepolo del più anziano, Guglielmo da Baskerville, e anche il suo scrivano. Sembra che gli eventi che verrano saranno entusiasmanti.
RispondiEliminaInizialmente Guglielmo non rivela al suo giovane discepolo, Adso, il vero motivo della loro missione.
RispondiEliminaDurante le due settimane di viaggio per raggiungere l’abbazia, il giovane Adso cerca di farsi un’idea sulla personalità di Guglielmo
RispondiEliminaGuglielmo è un uomo molto alto e magro, con occhi acuti e penetranti. Ha sempre un’espressione molto vigile, anche nei suoi strain moment di torpore. Ha circa cinquant’anni, ma il suo corpo è ancora molto agile e in alcuni moment la sua energia pare inesauribile.
RispondiEliminaIn alcuni momenti tuttavia, Guglielmo sembrava spegnarsi nella sua cella, forse sotto l’influenza di sostanze vegetali capaci di dare allucinazioni. Lui è un frate particolare. Non conduce una vita regolare come tutti gli altri monaci, ed ha una visione molto aperta e obiettiva anche su tutto cio’ che non sembra far parte della dottrina cristiana.
RispondiEliminaGuglielmo ha le mani sempre macchiate a causa del suo lavoro coi libri o all' ospedale. Ma malgrado le apparenze, può essere molto delicato e preciso quando manipola delle cose fragilissime.
RispondiEliminaGuglielmo ha delle abitudini semplici : trascorre le sue giornate nei giardini dell'abbazia esaminando le piante o studiando i manoscritti in biblioteca
RispondiEliminaGuglielmo stupisce Adso perché ha con sé molti strumenti tecnici : crede alla potenza delle macchine, che avrebbero permesso prima o poi di viaggiare velocemente dappertutto.
RispondiEliminaAdso dice che il lettore deve farsi la propria idea su Guglielmo attraverso i fatti che saranno raccontati. Dice anche che lui e il suo maestro hanno camminato molti giorni per arrivare all’abbazia
RispondiEliminaAdso e Guglielmo dopo una messa in un paese a valle arrivano all’abbazia. Il narratore la tova davvero tremenda e minacciosa a causa della mole della muraglia, ma soprattutto della sua posizione nella montagna
RispondiEliminaAdso e Guglielmo proseguono verso l’abbazia. Guglielmo guarda con attenzione i dettagli e la bellezza del paesaggio. Remigio, il cellario dell’abbazia, va incontro a loro per accoglierli
EliminaRemigio dice che l'Abate dovrà essere avvisato del loro arrivo e manda un frate ad avvertirlo. Guglielmo tuttavia, ha intuito che Remigio e gli altri frati stavano inseguendo un cavallo e indica loro la direzione presa dall’animale.
RispondiEliminaGuglielmo dice al cellario Remigio che il suo cavallo si trova nel deposito dello strame. Eppure dichiara di non averlo visto e indovina anche che il cavallo si chiama Brunello. Il cellario è molto sorpreso.
RispondiEliminaGuglielmo convince Remigio e i monaci a prendere la direzione che lui ha indicato. Ci riesce perché senza averlo mai visto riesce addirittura a descrivere come è fatto. Adso vorrebbe interrogarlo in merito, ma quando sta per farlo arrivano i monaci che hanno ritrovato il cavallo dove aveva ditto Guglielmo
RispondiEliminaAdso ha l’impressione che a Guglielmo piaccia essere lodato per la sua perspicacia e intelliggenza. Ipotizza anche che la vicenda del cavallo sia stata per lui un occasione di presentarsi all’abate con una solida fama di uomo sapiente.
RispondiEliminaAdso vuole sapere da Guglielmo come ha fatto ad indovinare tutte quelle cose sul cavallo. Guglielmo risponde che il suo discepolo dovrà imparare ad interpretare tutte le tracce che il mondo ci offre.
RispondiEliminaGuglielmo spiega con esattezza come la sua intuizione su Brunello. Ha osservato le impronte sulla neve, dei rami spezzati, i peli della criniera in un cespuglio e altri finissimi dettagli che dimostrano la sua abilissima capacità intuitiva.
RispondiEliminaPer la descrizione del cavallo invece, si era semplicemente rifatto all’immagine canonica che i benedettini facevano dei migliori cavalli della loro scuderia : se si erano scomodati tanti monaci per cercarlo, non poteva che essere il migliore.
RispondiEliminaIl nome Brunello lo aveva indovinato perché a quel tempo tutti i cavalli più belli erano chiamati cosi’. Adso è talmente convinto dalla spiegazione di Guglielmo che si chiede come abbia fatto a non avere le stesse intuizioni
RispondiEliminaGuglielmo e Adso sono accolti all’abbazia dall'abate, Abbone da Fossanova, e da due novizi. Il francescano gli parla con enfasi e gli consegna una lettera dell'imperatore.
RispondiEliminaL’abate dice a Guglielmo e Adso che più tardi li raggiungerà nella loro cella per discutere di una questione. Adso non ha diritto ad una cella sua e deve dormire in una nicchia piena di paglia
RispondiEliminaMentre i due si rifocillano, Adso continua a fare domande sul cavallo. E’ ancora molto stupito.
RispondiEliminaGuglielmo spiega ad Adso che l’unica cos ache sapeva per certa era che un cavallo fosse passato dove lui aveva indicato.
RispondiEliminaSolo quando i monaci erano ritornati con Brunello, aveva capito di aver ragione.
Il suo senso di osservazione e l’intuizione lo avevano convinto a rischiare, facendogli indovinare la verità.
Quindi i segni della natura e degli oggetti permettono di indovinare dei fatti. Che giornata per Adso ! Non appena si mette a letto, si addormenta.
RispondiEliminaAdso finge di dormire, e all’arrivo dell’abate può ascoltare indisturbato la loro conversazione, che comincia con Guglielmo che spiega come ha indovinato dove si trovasse Brunello
RispondiEliminaL’abate è perfettamente informato su Guglielmo. Sa che viene per conto dell’imperatore e che in passato è stato un inquisitore
RispondiEliminaL’abate ha fiducia in Guglielmo perché sa risolvere dei casi, facendo la differenza fra un vero colpevole, un innocente, e qualcuno strumentalizzato dal diavolo. Spera che lui sarà molto cauto nel giudicare.
RispondiEliminaL’abate vuole parlare a Guglielmo di una cosa che è accaduta nell’abbazia e che potrebbe vedere coinvolto un monaco. Per Abbone, la discrezione è assolutamente fondamentale. Vuole che Guglielmo trovi il colpevole, senza che lo sappiano in molti: scoprire e coprire. Il francescano è alquanto perplesso.
RispondiEliminaGuglielmo spiega all'Abate che ormai ha abbandonato la nobile attività di inquisitore e che adesso è a sua disposizione per aiutarlo. L'Abate gli racconta allora un fatto singolare che era accaduto pochi giorni prima e che aveva lasciato molto turbamento tra i monaci.
RispondiEliminaL'abate vorrebbe che Guglielmo risolvesse un enigma. Si tratta di un monaco giovane, Adelmo da Otranto, famoso per il suo lavoro di miniatura, che era stato trovato morto una mattina da un capraio in fondo alla scarpata del torrione est.
RispondiEliminaIl monaco era morto probabilmente durante la notte, precipitando da una delle grandi finestra del torrione che dava sul burrone
RispondiEliminaL’abate dice a Guglielmo che il corpo del monaco è stato seppellito nel cimitero dell’abbazia. Quest’ultimo afferma che non si tratta di un suicidio perché le finestre il giorno dopo erano state trovate tutte chiuse e davanti a nessuna di esse c’erano tracce di acque. L’abate non capisce come faccia Guglielmo ad intuire tutte queste cose.
RispondiEliminaSe la finestra fosse stata aperta, si fosse trattato di un suicidio
RispondiEliminainvece i monaci non lo avrebbero sappellitto cristianamente.
Dunque Guglielmo capisce che si tratta di un omicidio.
Se le finestre erano chiuse significa che qualcuno ha spinto il povero monaco oltre il cornicione
RispondiEliminaL’abate dice a Guglielmo questa frase misteriosa : « ho ragione di ritenere che un altro di loro si sia macchiato di un peccato altrettanto terribile. E fosse solo quello...”
RispondiEliminaGuglielmo chiede all’abate perché lui sospetta solo dei monaci. L’abate dice che la sera la biblioteca viene chiuso e a nessuno è permesso entrarci, nemmeno ai monaci. Nessuno dei famigli oserebbe mai entrarci
RispondiEliminaL’abate aggiunge che i famigli avrebbero paura ad entrare di notte in un posto sacro come quello della biblioteca. Qualche monaco invece, potrebbe averlo fatto.
RispondiEliminaGuglielmo prova a sapere qualcosa in più dall’abate, ma quest’ultimo fa capire di aver ricevuto delle informazioni durante una confessione e di non poterle rivelare
RispondiEliminaForse durante la confessione l’abate aveva saputo qualcosa in relazione alla morte sospetta del monaco Adelmo. Guglielmo vuole visitare la biblioteca e porre delle domande ai monaci prima che l’abate annunci a tutti la sua indagine.
RispondiEliminaL’abate proibisce a Guglielmo di aggirarsi nell’ultimo piano della biblioteca. Questa biblioteca è particolare perche ha dei monaci da tutto il mondo che restano per poco tempo per copiare i manoscritti rari in cambio di altri pergamene. Ci sono anche altri monaci che restano tutta la vita per le loro ricerche.
RispondiEliminaL'abate racconta a Guglielmo che nell'abbazia, durante i secoli degli uomini devoti hanno lavorato duramente. La conformazione della biblioteca è un segreto che risale ai secoli della sua creazione e i monaci non lo conoscono. È un segreto che si trasmette di bibliotecario in bibliotecario.
RispondiEliminaIl bibliotecario è il solo monaco che può camminare nella biblioteca, che sa dove si trovano i libri, e se questi libri contegono segreti o menzogne. Gli altri monaci possono soltanto conoscere l'elenco dei libri, che da poche informazioni sul vero contenuto. Quando un monaco chiede un libro, il bibliotecario decide se può averlo, forse dopo aver consultato l'abate.
RispondiEliminaLa biblioteca conserva anche dei libri che vanno contro la dottrina cristiana, perché anche in essi può trasparire la luce divina. Quindi non può essere frequentata da chiunque.
RispondiEliminaL’abate dice a Guglielmo che nessuno deve entrare nell’ultimo piano della Biblioteca. Chi lo facesse, rischierebbe di non uscirne più. Quindi anche Guglielmo dovrà adeguarsi a questa regola
RispondiEliminaL'abate non permette a Guglielmo di visitare la Biblioteca subito per cominciare la sua inchiesta. Adesso incontrerà Ubertino, un frate che disprezza la biblioteca e che sta molto in chiesa a pregare
RispondiEliminaGuglielmo vuole vedere Umbertino, il suo vecchio amico e domanda delle informazioni all'Abate. Questo gli risponde che pur avendo sessantotto anni, Umbertino ha ancora la forza della sua gioventù. Gli propone anche di cenare con la comunita, ma Guglielmo preferisce andare subito da Umbertino.
RispondiEliminaMentre sta uscendo, sente un urlo straziante dalla corte.
Adso e Guglielmo visitano la chiesa dell’abbazia e incontrano uno strano essere che somiglia ai mostri dipinti sulle pareti della suddetta chiesa
RispondiEliminaSalvatore, l’uomo incontrato da Adso non era il diavolo. Tuttavia parlava una lingua strana, una miscela di latino, di volgare, di lingua propria.
RispondiEliminaAdso fa una descrizione non molto positiva dell’aspetto di Salvatore. Guglielmo pone una domanda a quest’ultimo, che invece di rispondere fa un inchino e scappa via.
RispondiEliminaGuglielmo e Adso incontrano Ubertino da Casale, un vecchio monaco di Cluny. Il suo fisico somiglia a quello di un santo, colto, saggio. È commosso nel rivedere il suo caro amico, dopo tanto tempo e tante prove.
RispondiEliminaAdso già aveva sentito parlare di Ubertino da Casale. Qualcuno gli aveva detto che Dante Alighieri aveva composto un poema i cui versi erano una parafrasi di scritti da Ubertino da Casale, il quale era famoso e aveva molti titoli di merito. Per meglio spiegare l’importanza dell’ incontro di Guglielmo e Ubertino, lui vuole ricostruire le vicende di quegli anni a partire da quello che ha ascoltato nei colloqui che Guglielmo aveva avuto con abati e monaci nel corso del loro viaggio.
RispondiEliminaUbertino da Casale faceva parte degli spirituali e predicava la dottrina francescana. Questa dottrina fu diffusa attraverso l’Italia da fraticelli poveri. Esistevano dunque due mondi distinti, uno apparteneva alle autorità ecclesiastiche e il secondo viveva dell'elemosina e del lavoro delle proprie mani.
RispondiEliminaIl nuovo papa Bonifacio VIII, il sostituto di Celestino V, si era affrettato a dimostrare scarsissima indulgenza per spirituali e fraticelli in genere. Ma, poco prima della sua morte, in una delle sue ultime bolle, aveva condannato con forza quelle stesse persone che si sottraevano alla vita dell'ordine per darsi all'eremo
RispondiEliminaIl seguente Papa, Giovanni XXII, aveva accentuato la persecuzione dei fraticelli e degli spirituali con espulsioni dalla Sicilia, carcerazioni e condanne al rogo per quelli che non volevano abbandonare le loro convinzioni
RispondiEliminaDichiarando eretica l'idea che Cristo e gli apostoli fossero poveri, come affermavano i fraticelli, il papa Giovanni XXII aveva condotto molti
RispondiEliminamonaci al rogo.
Adso racconta la storia di Ubertino. Era fuggito da Avignone e ora si nascondeva nell’abbazia
RispondiEliminaGuglielmo racconta di aver abbandonato la professione di inqusitore perché vuole giudicare le persone dai fatti concreti e non dalle intenzioni che possono essere fraintese
RispondiEliminaGuglielmo ha rinunciato a essere un inquisitore. Ubertino pensa che sia un peccato, visto che Guglielmo voleva soltanto scoprire la verità. Ecco perché Guglielmo è lì: per fare luce sulla morte del monaco.
RispondiEliminaUbertino ha studiato e incontrato amici molto saggi negli ultimi anni. Adesso, lui è felice che Guglielmo sia arrivato all’abbazia per aiutarlo.
RispondiEliminaUbertino è arrabbiato perchè pensa che la chiesa sia stata corrota dai suoi dirigenti: non ha più la purezza originaria. È solamente peccato , lussuria, lussuria inutile e sconveniente. Ha paura che l'Anticristo stia per arrivare presto.
RispondiEliminaUbertino dice à Adso che l'anticristo ha mandato i suoi luogotenenti per distruggere la città e ucciderlo. Adso pensa che lui è pazzo ma la sua morte in circostanze sospette, qualche anno dopo, sembrava confermare la sua profezia.
RispondiEliminaUbertino accusa Guglielmo di non credere all'avvento dell'Anticristo. Ride di lui e del suo maestro Ruggiero Bacone, che, secondo lui, si interessano troppo alla scienza e alla ragione. Il francescano lo contraddice, sostenendo che il solo modo per prepararsi alla venuta dell'Anticristo è accrescere le proprie conoscenze e forse immaginare delle macchine volanti.
RispondiEliminaUbertino consiglia a Guglielmo di stare molto attento all’abbazia, perché il male è dentro di essa
RispondiEliminaUbertino dichiare di conoscere Salvatore, e lo definisce un uomo strano ma servizievole
RispondiEliminaGuglielmo fa delle domande ad Ubertino su Salvatore. Questi gli risponde che Salvatore ha altri difetti, ma non ha niente contro la religione. Gli consiglia anche di cercare il colpevole tra i sapienti e non fra i semplici.
RispondiEliminaAdso e Guglielmo discutono di Ubertino. Per Guglielmo lui avrebbe potuto essere un grande uomo o un grande eretico a causa delle sue capacità, ma non era stato così. Guglielmo domanda anche ad Adso di smettere di guardere le statue spaventose dell’ingresso.
RispondiEliminaGuglielmo e Adso incontrano Severino, l’erborista dell’abbazia.
RispondiEliminaAdso vorrebbe saperne di più sulle piante che provocano cattive visioni. Ma queste conoscenze sono riservate di solito agli erboristi, benché anche Guglielmo le conosca.
RispondiEliminaGuglielmo e Severino discutono di erboristeria. Severino accetta di mostrare a Guglielmo qualche trucco del mestiere.
RispondiEliminaGuglielmo chiede a Severino se Adelmo avesse avuto visioni, Non intende parlare delle visioni causate da certe erbe di Severino, ma piuttosto delle visioni diaboliche che forse appaiono a quelli che entrano nell' Edificio durante le ore vietate, e che avrebbero potuto spingere Adelmo nel precipizio.
RispondiEliminaSeverino elenca le frequentazioni di Adelmo e sembra insistere particolarmente su Berengario. Guglielmo avverte tale insistenza ma finge di non accorgersene.
RispondiEliminaGugliemo viene a sapere da Severino che lo scriptorium è occupato anche la domenica dai monaci che discutono delle sacre scritture.
RispondiEliminaAdso e Guglielmo notano che le finestre dello scriptorium sono difficili da aprire, mentre quelle del refettorio si raggiungono facilmente. Entrambe danno sul precipizio in cui è morto Adelmo
RispondiEliminaQuando arrivano nello scriptorium, Adso è meravigliato. Si tratta di un spazio immenso con quaranta finestre e con posti di lavoro per quaranta monaci. Severino spiega che i monaci sono dispensati dagli uffici per non interrompere il loro lavoro nelle ore di luce. Gli antiquarii, gli alluminatori più esperti, i rubricatori e i copisti hanno i posti più luminosi.
RispondiEliminaAdso e Guglielmo incontrano il bibliotecario Malachia. Guglielmo vorrebbe sapere come fa Malachia a conoscere le posizioni di tutti i libri nella biblioteca e questo gli mostra un grande libro pieno di codici fittissimi
RispondiEliminaPer leggere i codici di Malachia, Guglielmo infila uno strumento quasi sconosciuto all’epoca, che somiglia a degli occhiali. Adso è orgoglioso di essere al seguito di un uomo tanto saggio
RispondiEliminaGuglielmo chiede a Malachia i principi di sistemazione dei libri in biblioteca. Ma Malachia risponde che sono delle informazioni segrete. Solo il bibliotecario può conoscerle.
RispondiEliminaGuglielmo chiede informazioni a Malachia sul funzionamento della biblioteca. Malachia spiega che bisogna chiedere a lui per ottenere qualsiasi libro e che alcuni libri non si possono ottenere
RispondiEliminaPer indagare sulla morte di Aldemo, Gugliemo interroga Malachia sul lavoro del giovane miniatore. Malachia risponde che il suo lavoro era bizzarro e gli mostra il tavolo di Adelmo.
RispondiEliminaAdso e Giugelmo scoprono gli ultimi lavori di Adelmo.
RispondiEliminaSi tratta di fogli miniati di una grande bellezza che mischiano animali
fantastici e scene di vita campestre.
Frate Guglielmo scopre i lavori dal povero Adelmo tra ammirazione e riso. Poi fa un commento a voce bassa e sente la voce di un vecchio monaco cieco che gli risponde.
RispondiEliminaL'uomo che aveva detto queste parole era un monaco cieco molto vecchio. Malachia lo presenta a Guglielmo come Jorge da Burgos, dicendo che era anche il confessore dei altri monaci. Quest’ultimo spiega che con le sue parole voleva solo ricordare uno dei principi della loro regola, la quale condannava il riso.
RispondiEliminaIl vecchio frate Jorge insinua che le opere di Adelmo non fossero abbastanza dedicate a Dio : Quindi Dio l’avrebbe punito facendolo cadere dal finestrone. Al contrario, Venanzio da Salvemec pensa che Adelmo si sia preoccupato della qualità delle sue opere.
RispondiEliminaJorge, il vecchio monaco, non ricorda di aver partecipato a una discussione sulle metafore, sul'umore, con Adelmo e altri monaci. Berengario nota che di solito, la mente di Jorge è molto viva.
RispondiEliminaVenanzio ha una reazione singolare e risentita nei confronti delle parole di Jorge. Questo crea un'atmosfera di imbarazzo tra i presenti e Berengario arrossisce violentemente. Malachia allora interviene con autorità dicendo a Guglielmo che vuole mostrargli altri libri interessanti.
RispondiEliminaJorge dice ad Adso che il suo è un nome grande e bellissimo e che Adso da Montier en Der era l’autore di un libro premonitore, il Libellus de Antichristo. Guglielmo tuttavia dice che le cose scritte nel libro non si sono mai avverate, ma Jorge non è d’accordo con lui.
RispondiEliminaJorge grida ad alta voce che l’Anticristo sta per arrivare e che non bisogna dissipare gli ultimi sette giorni rimasti. Tutti sembrano scossi dalle sue parole.
RispondiEliminaGuglielmo e Adso discutono con Nicola da Morimondo, il mastro vetraio dell’abbazia. Questo rivela che strane storie circolano sulla biblioteca. Un Monaco sarebbe entrato di notte e avrebbe visto dei mostri.
RispondiEliminaNicola, il mastro vetraio, ha scoperto in un libro il modo di fare dei suffumigi che procurano cattive visioni. Durante la notte, si possono vedere dei fuochi fatui dal piano superiore dell’abbazia. Molti credono che si tratti delle anime dei monaci deceduti.
RispondiEliminaGuglielmo non sa ancora di cosa si tratti, ma per lui il fatto imporante è che qualcuno ha provato e ancora prova ad entrare in biblioteca di notte, nonostante il divieto.
RispondiEliminaAdso pensa che il caso di Adelmo potrebbe trattarsi di un delitto. Gugliemo invece pensa che l'ipotesi del suicido sia la più semplice. Rimarrebbe in quel caso da spiegare la posizione del corpo.
RispondiEliminaAdso è convinto che si tratta di un omicidio. Gugliemo non lo sa ancora ma è sicuro che tutti nascondono qualcosa. In particolare, dice che bisogna tenere d'occhio Benragario, l'aiuto bibliotecario.
RispondiEliminaDopo la cena, Guglielmo interroga l'abate sulle abitudini del convento riguardo alla chiusura delle porte. Quest’ultimo spiega che il bibliotecario chiuderà tutte le porte, sprangandole dall'interno, ma non dice come farà poi lui ad uscire.
RispondiEliminaGuglielmo deduce dalla risposta dell' Abate che esiste un' altra entrata per la biblioteca, e che questa deve restare segreta. Guglielmo e Adso si appostano nella navata principale, e vedono Malachia che esce da una capella laterale. Guglielmo pensa che ciò indichi un passagio verso l'Edificio, e che forse sotto il cimitero, ci sia un ossario che funge da passaggio.
RispondiEliminaGuglielmo intuisce che la spiegazione della morte di Adelmo potrebbe trovarsi nella biblioteca, e ci vuole andare di notte. Pensa anche che i segreti che scoprirà non dovranno essere rivelati a tutti.
RispondiEliminaAdso e Guglielmo stanno pregando quando all’improvviso entrano dei porcai : hanno trovato un corpo senza vita e pare essere quello di un monaco. Tutti si precipitano verso il luogo del ritrovamento.
RispondiEliminaIn una giare, un grande recipiente col sangue dei maiali ci sono due gambe umane di un uomo ficcato a testa in giù. L'Abate ordina di trarre fuori dal liquido infame il cadavere.
RispondiEliminaI porcai esitanti tolgono il corpo dalla giare a scoprono che si tratta di Venanzio da Salvemec.
RispondiEliminaL’abate prega Guglielmo di aiutarlo a risolvere i misteri dell’abbazia e gli conferma che il monaco trovato nella giara non era presente alla prima messa della mattina, quindi l’omicidio poteva risalire anche alla notte precedente.
RispondiEliminaGuglielmo chiede se Berengario fosse presente alla messa e l’abate risponde di si. Entrambi pensano che l’assassino possa aver agito di notte
RispondiEliminaGugliemo e Severino discutono sul cadavere. Il cadavere non è stato annegato ma l'assassino l'ha ucciso e poi l'ha buttato nella giara. Entrambi decidono di esaminare meglio il corpo.
RispondiEliminaAdso e Guglielmo chiedono ai monaci di rientrare perché vogliono rimanere soli ad esaminare il corpo. Guglielmo vuole vedere delle orme sulla neve, ma ce ne sono troppe
RispondiEliminaPoiché la vittima (Venanzio da Salvemec) non può essere caduta da sola nel recipiente prima di morire, Guglielmo e Adso presuppongono che qualcuno abbia trasportato il corpo da un altro luogo. Quindi cercano delle impronte sulla neve fra la stalla e l’edificio, e trovano delle impronte di piedi umani.
EliminaPer Guglielmo l’assassino ha agito nella biblioteca e poi ha dovuto spostare il corpo, perché non vuole che la loro attenzione si concentri sulla biblioteca
RispondiEliminaGuglielmo ipotizza che l’assassino abbia ucciso Venanzio solo per lasciare un segno, per significare altro. Severino intanto ha lavato ed esaminato il corpo senza trovare nessuna ferita o contusione
RispondiEliminaGuglielmo suggerisce che forse Venanzio è stato ucciso da un veleno. Severino dice che non ci sono trace di veleno nel corpo, ma che alcuni veleni non lasciano trace
RispondiEliminaNel laboratorio di Severino, Guglielmo lo interroga sulle sostanze che potrebbero uccidere un uomo o provocare delle visioni. Le riposte di Severino sono evasive e Guglielmo pensa che lui nasconda qualcosa.
RispondiEliminaAppena finita la preghiera, Adso e Guglielmo raggiungono Bencio che si sta dirigendo alla biblioteca. Pare aver fretta di recarsi allo scriptorium. Ma Guglielmo gli ricorda che sta svolgendo un'indagine per mandato dell'Abate, e lo conduce nel chiostro.
RispondiEliminaDiscutendo con Bencio, Guglielmo scopre che i due monaci deceduti hanno discusso con Berengario prima della loro morte
RispondiEliminaBerengario aveva detto durante una discussione che bisognava leggere meglio i poeti africani e Guglielmo chiede spiegazioni a Bencio su questo evento. Quest’ultimo dice che Malachia si era infuriato per la frase di Berengario, e che nel cataologo della biblioteca ci sono due indicazioni misteriose : Africa e Finis Africae.
RispondiEliminaBencio dice a Guglielmo che alcuni libri portavano un segno, e che quelli erano
RispondiEliminastati perduti ; gli consiglia anche di contollare Berengario soprattutto quando sale in biblioteca.
Guglielmo osserva che Berengario e ancora una volta accusato dagli altri monaci e che la verità sembra essere in biblioteca.
Adso pensa che Bencio voglia dirigerli verso la biblioteca, per scoprire qualcosa. Guglielmo, invece, crede che forse Bencio voglia allontanarli dal luogo realmente interessante per l'inchiesta, ma non sa quale. Tuttavia, devono sorvegliare la biblioteca, e cercare di penetrarci, anche se è vietato, perchè nasconde certamente dei segreti.
RispondiEliminaAdso e Guglielmo si allontanano dal chiostro e vedono Berengario che esce dalla chiesa per andare all' Edificio. Gugliemo lo chiama, poi, vedendo che è molto sconvolto, prova ad approfittare e gli dice che ha sentito che Berengario è stato l'ultimo a vedere Adelmo vivo.
RispondiEliminaGuglielmo finge di minacciare Berengario. Questo si spaventa e raconta di avere visto Adelmo prima che morisse. Dice che Adelmo si muoveva con un'andatura strana, come se lui fosse già morto.
RispondiEliminaBerengario dice che la notte della morte di Adelmo lo ha visto nel cimitero. Parlava come un morto reduce dall’inferno.
RispondiEliminaBerengario racconta a Guglielmo il suo incontro con Adelmo e la sua storia è molto strana perché ha visto una mano che arde. Guglielo si chiede perché Adelmo abbia chiamato Berengario “maestro”.
RispondiEliminaBerengario dice di essersi bruciato una mano con una luce che portava il fantasma di Adelmo. Aggiunge che quest’ultimo andava nella direzione opposta al dormitorio e poi chiede a Guglielmo di non interrogarlo più
RispondiEliminaGuglielmo ordina a Berengario di andare a confessarsi. È soddisfatto di aver capito che fantasma non c’è. O adelmo o Berengario erano in trance quando si sono incrociati nel cimitero.
RispondiEliminaLa storia di Berengario ha confermato che Adelmo è morta suicida. Forse aveva confessato a qualcuno il suo peccato e questa persona gli aveva incusso terrore e rimorso.
RispondiEliminaBerengario ha fatto fare ad Adelmo qualcosa che non avrebbe dovrebbe fare, poi quest' ultimo gli ha dato la colpa e Berengario si sente molto male ora.
RispondiEliminaAdso ha capito ciò che hanno fatto insieme, ma non capisce perchè Adelmo non abbia cercato il perdono del Dio, invece di commettere un altro peccato
Guglielmo pensa che ci sia un'evoluzione nel rituale cristiano, ispirata ai dolori di Cristo e della Vergine, con piu di flagellazioni, attraverso l'evocazione dei tormenti infernali. Il senso di colpa di Adelmo sarebbe stato causato anche da questo.
RispondiEliminaIl cuoco accusa Salvatore di girare di notte per l’abbazia e Guglielmo si insospettisce
RispondiEliminaGuglielmo e Aymaro da Alessandria discutono insieme sugli eventi. Aymaro sottintende con il suo discorso che l’abate accordi troppa importanza alla biblioteca, dimenticandosi del resto. Inoltre afferma che se al posto di Adelmo fosse morto qualcun’altro che passa troppo tempo in biblioteca, molti monaci sarebbero stati felici.
RispondiEliminaAymero non è molto a favore delle confidenze. Soprattutto non vuole essere considerato un eretico. Pensa che qualcuno non voglia che i monaci siano liberi di fare o leggere tutto.
RispondiEliminaForse Adelmo ha inghiottito delle erbe cattive ?
Questo spiegherebbe il suo comportamento strano prima di morire.
Guglielmo sospetta che Jorge non dica la verità, perché afferma che qualche giorno prima non discutevano con Venanzio sul problema della commedia, bensì sul riso. Ma Adso ricorda benissimo che interrogato, Jorge aveva precedentemente detto di non ricordarsi affatto di quella discussione.
RispondiEliminaJorge pensa che Gesù non abbia mai riso, mentre Guglielmo non ne è sicuro : Dopotutto gli animali non ridono, e il riso è il simbolo della razionalità dell’uomo.
RispondiEliminaGuglielmo prova a controllare il tavolo di Venanzio, ma subito arriva Bencio e gli dice che ha assolutamente bisogno di parlargli per confessare altre cose
RispondiEliminaGuglielmo, chiede al bibliotecario che il tavolo di Venanzio sia custodito e l’altro non può che acconsentire.
RispondiEliminaSembra che dispiaccia a molti che Guglielmo metta le mani su qualcosa sopra o sotto il tavolo di Venenzio. che cosa sarà?
Nessuno lo sa, ma forse lo sapranno presto, quando Bencio li avrà raggiunti.
Sembra che Bencio voglia allontanare Guglielmo e Adso dallo scriptorium. Tuttavia confessa a Guglielmo che Berengario ha accennato al finis Africae durante la conversazione sul riso
RispondiEliminaBenciò è molto curioso di frugare nel tavolo di Venanzio. È per questo vuole tenere Guglielmo lontano, e ha dato altre informazioni in cambio: Berengario provava un sentimento immorale per Adelmo e lo ricattava, per ottenere tutto quello che desidera.
RispondiEliminaBencio dice che tutti sapevano che Berengario fosse inamorato di Adelmo, ma che quest’ultimo si interessava solo al suo lavoro.
RispondiEliminaBencio dice di aver sorpreso una loro conversazione che trattava di ricatto amoroso e di notizie segrete.
Bencio spiega di aver visto di notte Berengario che seguiva Adelmo lungo i corridoi. Adelmo era andato a confessare il suo peccato a Jorge e adesso anche Berengario sapeva che il loro segreto era stato confessato a qualcun’altro
RispondiEliminaPoi Bencio afferma che Adelmo, sconvolto, era entrato in chiesa, mentre Berengario si era rifugiato fra le tombe del cimitero. Tuttavia un’altra persona aveva assistito a tutta la scena : si trattava di Venanzio, che prima che Bencio si allontanasse, aveva raggiunto Adelmo in chiesa. La mattina dopo, Adelmo era stato trovato morto.
RispondiEliminaGuglielmo spiega ad Adso che Adelmo era stato preso dal rimorso ed era corso a confessarsi per ottenere l’assoluzione da un certo austerissimo Jorge, che gli aveva imposto qualche impossibile penitenza, la quale non era bastata a placare quel rimorso.
RispondiEliminaGuglielmo sembra credere al racconto di Bencio. Forse Berengario se ne era andato sconvolto, e Adelmo si era ucciso per la vergogna dopo la confessione con Jorge.
RispondiEliminaGuglielmo dice ad Adso di andare a cercare un lume perchè vogliono entrare nella biblioteca. Sanno già come fare perchè hanno visto uscire Malachia.
RispondiEliminaAdso scopre che Guglielmo era stato incaricato di organizzare un incontro fra i delegati del papa e quelli dell’imperatore per trovare un accordo politico. L’incontro sarebbe avvenuto nell’abbazia dove si trovavano, perché l’abate era una figura ben vista da entrambe le parti
RispondiEliminaDopo i recenti fatti avvenuti all'abbazia, l'Abate è inquieto e manifesta i suoi dubbi a Guglielmo. Teme molto la visita della legazione del papa che indaga sui drammi sopraggiunti in seno all'abbazia. Se accade un altro avvenimento spiacevole, l'abate teme che i delegati pensino ad un complotto dei monaci contro di essi.
RispondiEliminaGuglielmo e l'Abate hanno solo due soluzioni: o Guglielmo trova l'assassino prima che la legazione del papa arrivi all' abbazia, o l'Abate dovrà avvertire il rappresentante del papa e chiedere la sua aiuto, ma questo significa che l'Abate non sara più l'unica persona che dirige questo luogo, cosa che lui non vuole. Guglielmo e l'Abate decidono di prendere la loro decisione l'indomani.
RispondiEliminaL’abate confessa a Guglielmo che il cellario Remigio ha un passato poco trasparente. Guglielmo sembra quasi non crederci
RispondiEliminaGuglielmo spiega ad Adso che si sveglieranno nella notte per entrare in biblioteca. Infatti Guglielmo pensa che l’Abate gli abbia dato delle informazioni sul cellario per distoglierlo dall’idea di indagare nell’Edificio
RispondiEliminaNessuno poteva avvicinarsi della scrivania di Venanzio, neanche Malachia, il bibliotecario, che si era astenuto. Guglielmo che aveva ottenuto la licenza di indagare per tutta l'abbazia chiede a Malachia se qualcuno si fosse avvicinato alla scrivania. Poi non volendo impegnarsi in una prova di forza con Malachia, non dice niente ma è determinato a recarsi segretamente in biblioteca senza creare incidenti.
RispondiEliminaGugliemo e Adso vengono a sapere dall’anziano Alimando da Grottaferrata che la biblioteca è un labirinto, e che si può entrare dall’ossario quando la porta è chiusa.
RispondiEliminaParlando con Alinario, Guglielmo scopre che c'è un passaggio segreto tra l'ossario e la biblioteca. Dice anche che l'abate ne vieta l'accesso.
RispondiEliminaIl vecchio Alinario mette in guardia Guglielmo e il suo discepolo riguardo all’Anticristo. Il vecchio uomo fa un confronto con l'apocalisse e pensa che gli omicidi siano legati alle 7 trombe descritte nel libro. Il prossimo omicidio dovrebbe quindi essere legato al passo sulle creature marine
RispondiEliminaGuglielmo dice ad Adso che Alinario sta perdendo la sua mente e pensa che il vecchio uomo gli ha dato involontariamente una pista per entrare segretamente nell'abbazia.
RispondiEliminaGuglielmo e Adso partecipano alla cena e si nascondono nella navata laterale per non farsi vedere da nessuno.
RispondiEliminaQuando gli altri monaci sono usciti, cominciano il loro lavoro.
Guglielmo ripete a bassa voce le parole che aveva udito da Alinardo. Introduce le dita nelle occhiaie di un teschio, e subito si sente un cigolio. L'altare si muove, lasciando intravvedere un’apertura buia.
RispondiEliminaGuglielmo e Adso decidono di scendere i gradini senza richiudere il passaggio alle loro spalle perché non sapevamo se poi avrebbero potuto riaprirlo.
RispondiEliminaGugliemo e Adso sono nell'ossario e il percoso sembra spaventoso. Quando arrivano nell'ultima sala, sentono un rumore e capiscono che c'è qualcuno. Ma erano sicuri che nessuno fosse entrato prima di loro, quindi deve esserci un'altra entrata.
RispondiEliminaGugliemo e Adso arrivano davanti al tavolo di Venanzio, e constatano che un libro in greco è sparito. Forse c'è qualcuno che li osserva, ma non devono avere paura...
RispondiEliminaGuglielmo e il suo assistente trovano un foglio e Guglielmo comincia a leggerlo. E un foglio scritto in greco e in piccole lettere. Più lo legge, più lo trova interessante.
RispondiEliminaNasconde la pergamena, una trovata quasi miracolosa, per non cadere nelle insidie del suo ospite misterioso.
Sente un rumore proveniente dalla scala che porta alla biblioteca e scende in quella direzione.
Qualcuno attira Guglielmo ed Adso lontano dalla scrivania di Venanzio con un rumore. Ma poco dopo Guglielmo capisce che si tratta di una trappola e corre indietro. Vede solo un’ombra che fugge.
RispondiEliminaAdso si getta all’inseguimento del ladro misterioso, ma quest’ultimo sembra scomparso nel nulla. Guglielmo deduce che ci sono altri ingressi nascosti che loro non conoscono
RispondiEliminaCon il suo ritorno tempestivo Guglielmo ha evitato che il ladro prendesse la pergamena con il messaggio di Venanzio. Ma l’ombra gli ha portato via le sue preziose lenti
RispondiEliminaVenanzio aveva scritto, con un inchiostro simpatico, su una pergamena. Il testo era composto di caratteri zodiacali. Prima che il testo sparisca, Adso lo ricopia su un foglio e Guglielmo prova a decifrarlo.
RispondiEliminaGuglielmo capisce che Venanzio ha riformulato il suo messaggio con un alfabeto in codice. Adesso dovrà trovarne la chiave. Quello che è certo è che il messaggio parla del segreto del Finis Africae
RispondiEliminaAdso e Guglielmo si chiedono chi abbia rubato le carte di Venanzio. Pensano prima a Bencio, ma lui non avrebbe avuto il coraggio di farlo. Allora pensano a Berengario, che forse vorrebbe proteggere il segreto del Finis Africae che Venanzio aveva scoperto. Quindi si dicono che aspetteranno che Berengario torni probabilmente per rimettere il libro al suo posto.
RispondiEliminaGuglielmo esclude Malachia dai sospetti perché avrebbe avuto tutto il tempo per controllare la scrivania di Venanzio senza doversi intrufolare di notte.
RispondiEliminaInizialmente Guglielmo crede di potersi orientare facilmente nel labirinto della biblioteca. Presto scoprirà che non è cosi’ semplice
RispondiEliminaGuglielmo e Adso sono nel labrinto e non riescono ad orientarsi. Tutte le stanze sono simili (finestre e libri), ma ci sono dei messaggi scritti sul muro, alcuni in nero e altri in rosso. Dopo qualche minuto si trovano di nuovo al punto di partenza. Si sono persi
RispondiEliminaAdso e Guglielmo camminano nella biblioteca, ma è un labirinto, e trovano solo delle pareti chiuse, quando cercano un passaggio. Ad un certo punto, Adso crede di vedere un fantasma gigante davanti a loro, ma in realtà, è solo uno specchio ingranditore e curvo che ha rinviato la luce della loro lampada.
RispondiEliminaGuglielmo e Adso vedono un lume in lontananza e capiscono di non essere soli. Ma potrebbe anche essere un’astuzia per far credere che ci sia qualcuno
RispondiEliminaAdso va verso la luce e trova un tavolo con sopra un libro aperto. Improvvisamente comincia ad avere delle allucinazioni, vede prima un drago e poi Berengario fino a quando non sprofonda nell’incoscienza
RispondiEliminaAdso si risveglia e dice che ha visto una bestia. Guglielmo gli spiega di averlo trovato sotto un tavolo in preda ad allucinazioni perche ha respirato un gas esilarante e di averlo portato via. Questo odore è la spiegazione delle visioni che impediscono agli sconosciuti di entrare in biblioteca di notte.
RispondiEliminaDalle allucinazioni avute da Adso Guglielmo capisce che una mente malvagia protegge la biblioteca con specchi, erbe allucinatorie ed altri artifici. Dovranno stare molto attenti
RispondiEliminaAdso e Guglielmo sono ancora persi nella biblioteca di notte. Guglielmo è arrabbiato contro sé stesso perché non ce la fa ad uscire dal labirinto. Allora invece di trovare una soluzione e cerca un modo di ritornare senza perdersi.
RispondiEliminaDopo una lunga ricerca in stanze diverse Guglielmo e Adso hanno perso la speranza. Stanno per mettersi a dormire quando per caso trovano la sala da cui parte la scala.
RispondiEliminal'Abate aspetta Guglielmo ed Adso, e gli dice severamente che li ha cercati tutta la notte, ma non li ha trovati né in chiesa, né in cella. Guglielmo gli risponde che seguivano una traccia, ma non vuole essere più specifico. L'Abate gli dice che Berengario non era in coro a compieta, e anche che non è tornato nella sua cella. Se Berengario non è in coro a mattutino, che sta per suonare, allora significa che un’ altra sciagura è successa
RispondiEliminaÈ il panico all'abbazia perché al momento dell'ufficio delle Laudi, un monaco ha scoperto un panno bianco macchiato di sangue nella cella di Berengario. Jorge, che è presente, è sorpreso, ma per Guglielmo tutto è chiaro : Berengario probabilmente è morto.
RispondiEliminaDopo avere sentito Bencio dire che potrebbe commettere peccato per un libro,
RispondiEliminaGuglielmo e Adso capiscono l'importanza dei libri per i monaci.
La seduzione della conoscenza, l'amore della biblioteca possono condurli alla violenza.
Guglielmo ha tradotto il testo di Venanzio sul Finis Africae, ma la frase è enigmatica : “La mano sopra l'idolo opera sul primo e sul settimo dei quattro...” Non capiscono cosa significa
RispondiEliminaL'Abate aspetta Guglielmo e Adso, e gli chiede che cosa è successo a Berengario e perchè non lo hanno ancora trovato. Guglielmo si difende: non è possibile finire un' inchiesta in due giorni, e l'Abate non li ha aiutati: non li ha autorizzati ad entrare in biblioteca o a fare tutte le domande che vogliono. Ma l'Abate dice che non vede il rapporto tra la biblioteca e gli omicidi. Nel monastero è lui il padrone dopo Dio, e decide i limiti entro i quali l'inchiesta si svolgerà
RispondiEliminaIn assenza dell'abate, Guglielmo e Adso riflettono su come orientarsi nel labirinto. Il giovane suggerisce che per orientarsi, bisognerebbe inventare una macchina che permetta di trovare i punti cardinali, ma pensa che ciò non esista. Il suo padrone gli confida che è stata inventata e costruita e che alcuni navigatori l'hanno usata.
RispondiEliminaAdso e Guglielmo riflettono su un modo di spostarsi nel labirinto senza perdersi.
RispondiEliminaVisto che tutti i labirinti sono costruiti su un modo matematico, loro devono essere logici e annotare ciò che vedono dall'esterno.
Adso disegna una mappa da fuori delle finestre della biblioteca per provare a capire la logica della sua costruzione, ma non è affatto semplice.
RispondiEliminaGuglielmo dice che dal disegno potrebbero riuscire ad orientarsi, ma il problema è rappresentato dai cartigli dell’apocalisse. La loro logica dovrebbe aiutarli ma resta ancora oscura.
RispondiEliminaI due vogliono scoprire il significato dei versetti dell' apocalisse che sono nella biblioteca. Notano che ogni stanza della biblioteca è contrassegnata da una lettera dell' alfabeto e probabilmente queste lettere formano un carme (una poesia).
RispondiEliminaUbertino racconta ad Adso la storia di Fra Dolcino e gli dice che la vera eresia è sempre legata al peccato di superbia
RispondiEliminaIn biblioteca Adso legge un documento sulla condanna a morte di Fra Dolcino e resta molto turbato, perché anche lui a assistito ad una scena simile con un frate del suo paesino.
RispondiEliminaAdso ritorna nella biblioteca da solo per ritrovare la stanza segreta. Non si sente bene perché ha paura, ha la febbre ed é irrequieto.
RispondiEliminaMa trova su un tavolo dei libri che appartengono a Malachia che non erano li la sera prima.
Nella biblioteca, Adso sfoglia un nuovo libro che è il libro della rivelazione dell’apsotolo, e cade prima su una miniatura della Vergine che lui paragona alla miniatura dello stesso soggetto che aveva visto in un altro libro. Poi cade su un’altra miniatura nello stesso libro che rappresentava la meretrice di Babilonia, cioè un personaggio biblico detto il ‘vascello di ogni vizio’; ma Adso non puo’ impedirsi di paragonare le due immagini e pensa che sia un gran peccato. Quindi, scappa dalla biblioteca prima fino allo scriptorium e poi al refettorio.
RispondiEliminaAdso si trova in una stanza scura. In questa stanza vede un libro aperto, e su una pagina vede un dragone con dieci teste e che si moltiplica. In seguito, altre cose strane capitano. Guglielmo si rovescia indietro e ha delle allucinazioni come per esempio, il soffitto che si inclina, vede Berengario con un sorriso odioso, poi sprofonda in un buio infinito che si apre sotto di lui.
RispondiEliminaAdso va nel refettorio d vede delle ombre che si muoono. Alcune di esse scappano, ma una di loro resta immobile e tremante. Si tratta di una ragazza con uno strano pacco accanto a sé
RispondiEliminaIl giovane novizio "apprende" delle cose che non aveva appreso mai al monastero di Pisa durante la sua infanzia. Apprende cosa significhi essere sedotto da una giovane donna. Sembra incuriosito perché gli è stato insegnato che la bellezza corporale è fugace e da tenere in conto assai vile. Questa nuova sensazione gli ha dato una grande emozione.
RispondiEliminaMalgrado la sua tenuta molto semplice, e una collana che sembra a prezzo molto basso, Adso scivola nell' ammirazione della bellezza selvaggia della fanciulla. La sua testa, il suo collo, il suo naso, le chiome gli fanno pensare a una torre d'avorio, alla porpora, o a bellissimi greggi di capre o pecore. Adso fa alla ragazza tutti questi complimenti
RispondiEliminaAdso e la giovane fanciulla trascorrono la notte insieme e il giovane monaco si lascia andare ai peccati della carne. Ma il rimorso comincia ad arrivare
RispondiEliminaAdso si sveglia e si rende conto di essere rimasto solo. La donna è scomparsa. Trova un sacco vicino a lui. Quando lo apre si accorge che è un cuore ancora vivo e sviene.
RispondiEliminaAdso ha avuto un malessere, è svenuto in cucina ed svegliato da Guglielmo che vorrebbe comprendere ciò che è accaduto. Guglielmo stuzzica il suo discepolo paragonandolo ad un ladro di frattaglie . Spiega poi che aveva seguito un'ombra che l'aveva condotto in cucina, dove aveva trovato il suo alunno svenuto.
RispondiEliminaAncora terrorizato, Adso parla a Guglielmo del cuore che ha trovato. Pensa che un nuovo omicidio sia avvenuto. Ma Guglielmo gli risponde che è troppo grosso, ed è certamente un cuore di vacca o di bue invece. Quando Guglielmo chiede ad Adso, perchè aveva un cuore nelle mani quando lo ho trovato, Adso crolla in lacrime, e decide di confessare il suo peccato. Guglielmo lo ascolta con serietà, ma anche con molta indulgenza. Guglielmo è piuttosto interessato a sapere chi fosse la ragazza e chi dovesse incontrare.
RispondiEliminaAdso e Guglielmo cercano l'identità dell'uomo che andava con la contadina in cambio del cibo. Secondo Guglielmo, deve essere vecchio e brutto, e avere accesso alle cucine ed al villaggio. Esita tra Remigio e Salvatore.
RispondiEliminaGuglielmo e Adso scoprono che il cellario e Salvatore approfittano di povere ragazze in cambio di cibo. Allora Guglielmo decide di utilizzare questa informazione per spingerli a confessare quello che sanno a propositio dei delitti.
RispondiEliminaGuglielmo sta riassicurando Adso perché quest'ultimo è ancora pentito per il suo peccato. Guglielmo gli consiglia di andare in chiesa per chiedere al Signore il perdono.
RispondiEliminaNella navata Guglielmo vede un'ombra, è il vecchio Alinardo. Incapace di dormire prega per l'anima del morto (Berengario) e dice che ci sono troppi morti
RispondiEliminaGuglielmo è stupito dalla somiglianza mentre le parole dell’Apocalisse e le condizioni della morte dei due fratelli che sembrano guidate da una stessa mente diabolica usando i simboli del testo dell’apostolo che sono la grandine per il primo morto e il sangue per il secondo... Ha paura che la scomparsa di un terzo fratello annunci ‘la terza tromba’ del testo che dice che una stella ardente cadrà sulla terra la quale diventerà oscura.
RispondiEliminaGuglielmo e Adso cercano Berengario vicino a un posto con dell’acqua. Poiché non ci sono fonti all’abbazia, decidono di perquisire i bagni : trovano lì Berengario, nudo e annegato in una vasca.
RispondiEliminaTutto il popolo del paese è addolorato. Fanno avvolgere il corpo di Berengario lo mettono su un tavolo nell'ospedale.
RispondiEliminaGuglielmo e Severino concludono che Berengario è morto annegato ma che nessuno lo ha afffogato. Severino dice che Berengario era solito fare dei bagni per la sua salute, e Guglielmo afferma che il corpo era nell’acqua da più di un giorno
RispondiEliminaGuglielmo ha detto una parte della verità a Severino sulla loro visita in biblioteca e Severino lo ha capito ma non ha detto niente. Severino ha osservato che se Berengario fosse stato il ladro del libro, forse dopo si era recato nei bagni. Ma Guglielmo ha risposto che in ogni caso, prima di andarci è stato da qualche altra parte, perché nei bagni il libro non c’era.
RispondiEliminaGuglielmo chiede a Severino se il male di cui soffriva Berengario potesse aver causato una perdita di coscienza e una morte da annegamento. Severino è dubbioso.
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