martedì 20 maggio 2014

ADDIO PARIGINI




Cari colleghi,
Alla fine io e mia moglie abbiamo deciso di restare a vivere a Parigi ancora per qualche anno. Qualche giorno fa passeggiavo con lei nella zona di Montergueil e ho fatto questa riflessione : noi parigini, di generazione in generazione, siamo stati spazzati via dai quartieri centrali della nostra città.
Il motivo principale lo sappiamo tutti: è diventato troppo caro. Nei quartieri del centro ora ci abitano gli stranieri, gli impiegati di qualche grossa azienda, i politici, i ricchi. Ma chi ci è nato veramente, i perigini veri, non ci sono più lì.
Veniamo sbattuti sempre più verso la periferia, di generazione in generazione.
I miei bisnonni vivevano proprio nella zona di Montergueil, i miei nonni vivevano a Odeon. I miei genitori a Place d’Italie e io adesso sono in fondo al quindicesimo arrondissement. E per l’affitto pago mezzo stipendio.
Mi chiedo che effetto avrà tutto cio’ sul futuro dei nostri figli e dei nostri nipoti.
Probabilmente andranno a vivere in qualche città dove la vita è meno cara, e Parigi la vedranno solo con il binocolo.

L’ITALIA E L’ARCHEOLOGIA



Carissimi, conoscete tutti la difficile situazione di Pompei. Eppure si tratta di patrimonio dell’umanità : l’antico, quello vero, non è più il frutto della fantasia degli antiquari e dell’abilità degli incisori, ma è lì, a grandezza naturale, lo si può percorrere e calpestare. Il pensiero corre, naturalmente, anche a Roma. Ebbene anche nella capitale la situazione appare insoddisfacente a molti: rovine grandiose ma morte, da un lato, e resti incomprensibili dall’altro. Con le immancabili recinzioni a marcare la netta separazione tra questi spazi e la città viva, a sottolineare la sconfitta sia dell’archeologia che della società, incapaci di avviare un dialogo. Sublime, in questo senso, è il cartello vicino agli scavi delle terme di Diocleziano, in pieno centro cittadino: ZONA / ARCHEOLOGICA / NON GETTARE / RIFIUTI. Eppure le soluzioni ci sarebbero: attuare forme di reimpiego per gli spazi antichi, e ricoprire gli scavi, prevedendo, laddove possibile, strutture per la visita. Niente di avveniristico: già lo proponeva, al tempo dell’occupazione francese, il grandissimo Giuseppe Valadier.
Mi piacerebbe che Italia e Francia collaborassero ancora per restituire all’archeologia urbana italiana il posto che merita. Voi che ne pensate ? Avete visitato delle rovine di recente ?

IL CALCIO SPETTACOLO

Ciao a tutti
leggendo i fatti dello stadio Olimpicoa Roma ho pensato alla vicenda di Dani Alves che raccoglie la banana, la mangia, il video fa il giro del mondo, e tutti si fanno dei selfie con la banana. Poi si scopre che in realtà l’idea era della società di comunicazione che cura l’immagine di Neymar, compagno al Barcellona di Dani Alves, il quale a sua volta forse si è prestato a interpretare una parte scritta, a fare da testimonial pubblicitario. Ci ripensavo perché mi rendo conto che tutto è una trovata pubblicitaria, e il calcio è sempre più uno spettacolo visto in tv, una merce e uno strumento di marketing, spesso politico (in Italia per esempio c’è Berlusconi, Renzi e il suo Derby del Cuore). Allo stesso tempo gli stadi negli ultimi anni si stanno svuotando. Il calcio diventa da una parte uno spettacolo molto pubblicitario da vedere su uno schermo, dall’altra una pratica violenta consentita solo perché ipercontrollata. Siete d’accordo con me ? Voi seguite il calcio ?

LA BANCA ETICA




Carissimi,
E da molto tempo che si parla di una rivoluzione dell’economia e della finanza, dopo le ripetute crisi degli ultimi anni. Certo, bisognerebbe fare qualcosa per limitare il potere della finanza , ma secondo me l’introduzione di regole “dall’alto”, però, non è che un lato della medaglia. È altrettanto importante agire “dal basso”, partendo dai nostri risparmi. Le banche etiche sono degli istituti che offrono tutti i servizi bancari, ma con principi che li rendono nettamente differente, a partire dalla completa trasparenza: è l’unica a pubblicare sul proprio sito tutti i finanziamenti concessi alle persone giuridiche, con l’importo e altri dettagli. Una dimostrazione che il segreto bancario non è legato a un obbligo: se non c’è nulla da nascondere, non è necessario nascondere nulla. Io penso che la finanza etica non sia una piccola nicchia per persone sensibili e magari un po eccentriche, ma un’alternativa concreta, che funziona altrettanto bene, e spesso molto meglio della finanza tradizionale. Vorrei conoscere la vostra opinione. MC