martedì 20 maggio 2014

L’ITALIA E L’ARCHEOLOGIA



Carissimi, conoscete tutti la difficile situazione di Pompei. Eppure si tratta di patrimonio dell’umanità : l’antico, quello vero, non è più il frutto della fantasia degli antiquari e dell’abilità degli incisori, ma è lì, a grandezza naturale, lo si può percorrere e calpestare. Il pensiero corre, naturalmente, anche a Roma. Ebbene anche nella capitale la situazione appare insoddisfacente a molti: rovine grandiose ma morte, da un lato, e resti incomprensibili dall’altro. Con le immancabili recinzioni a marcare la netta separazione tra questi spazi e la città viva, a sottolineare la sconfitta sia dell’archeologia che della società, incapaci di avviare un dialogo. Sublime, in questo senso, è il cartello vicino agli scavi delle terme di Diocleziano, in pieno centro cittadino: ZONA / ARCHEOLOGICA / NON GETTARE / RIFIUTI. Eppure le soluzioni ci sarebbero: attuare forme di reimpiego per gli spazi antichi, e ricoprire gli scavi, prevedendo, laddove possibile, strutture per la visita. Niente di avveniristico: già lo proponeva, al tempo dell’occupazione francese, il grandissimo Giuseppe Valadier.
Mi piacerebbe che Italia e Francia collaborassero ancora per restituire all’archeologia urbana italiana il posto che merita. Voi che ne pensate ? Avete visitato delle rovine di recente ?

Nessun commento:

Posta un commento