Carissimi, conoscete tutti la difficile situazione di
Pompei. Eppure si tratta di patrimonio dell’umanità : l’antico, quello vero,
non è più il frutto della fantasia degli antiquari e dell’abilità degli
incisori, ma è lì, a grandezza naturale, lo si può percorrere e calpestare. Il
pensiero corre, naturalmente, anche a Roma. Ebbene anche nella capitale la situazione
appare insoddisfacente a molti: rovine grandiose ma morte, da un lato, e resti
incomprensibili dall’altro. Con le immancabili recinzioni a marcare la netta
separazione tra questi spazi e la città viva, a sottolineare la sconfitta sia
dell’archeologia che della società, incapaci di avviare un dialogo. Sublime, in
questo senso, è il cartello vicino agli scavi delle terme di Diocleziano, in
pieno centro cittadino: ZONA / ARCHEOLOGICA / NON GETTARE / RIFIUTI. Eppure le
soluzioni ci sarebbero: attuare forme di reimpiego per gli spazi antichi, e
ricoprire gli scavi, prevedendo, laddove possibile, strutture per la visita. Niente di avveniristico: già lo proponeva, al tempo
dell’occupazione francese, il grandissimo Giuseppe Valadier.
Mi piacerebbe che Italia e Francia collaborassero
ancora per restituire all’archeologia urbana italiana il posto che merita. Voi
che ne pensate ? Avete visitato delle rovine di recente ?
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