lunedì 23 dicembre 2013

L’INDIA



Cari allievi,
In questa settimana ho sentito forte il richiamo dell’India. Prima un’amica me ne ha parlato durante un pranzo di lavoro con toni entusiasti. Poi ho letto un articolo bellissimo su Dirmala Toppo, un’adolescente che è in grado di ammaliare gli elefanti solo con le parole. Non lo sapevo, ma pare che India ci sia un vero conflitto uomo-elefante ha causato la morte di 800 persone. Dirmala dice di avere sviluppato questa capacità dopo la morte
della madre, uccisa da un pachiderma impazzito. Lei si avvicina parlando in Mundaari, il suo dialetto natìo, e gli animali la seguono per chilometri tra le foreste, ed è pagata dallo stato per questo ! Infine qualche giorno fa mi sono fatta massaggiare da una donna molto simpatica e spirituale che presto si sposerà e andrà a vivere in India. « L’india ti sta chiamando » mi ha detto. Voi che ne dite ? E’ il caso di rispondere alla chiamata ?

3 commenti:

  1. Cara Livia,
    nell’autunno 1988, sono andato in India per tre mesi a lavorare da un architetto famoso, che aveva il suo ufficio a New Delhi. Abitavo in periferia, all’istituto d’immunologia, un palazzo moderno costruito da Raj Rewal, l’architetto per cui lavoravo. Avevo deciso di andare ogni giorno in ufficio come tutti, prendendo il bus, cosa che non era sempre semplice.
    Durante il mio soggiorno in India ho fatto alcuni viaggi nel nord del paese. Il primo viaggio, quando sono arrivato, è stato per visitare Agra e il famoso Taj Mahal. Ci sono andato con un ragazzo olandese che avevo incontrato sulla piazza che si chiama Connaught Place. Il nostro treno è stato attaccato da numerosi manifestanti, in campagna, ma siamo comunque giunti alla nostra destinazione. Gli altri viaggi sono stati a Jaipur (in Radjastan), Gwalior e soprattutto Chandigarh, capitale del Pendjab (un pellegrinaggio per gli architetti), vicino alla montagna (Himalaya).
    La vita a New-Delhi era piuttosto piacevole. È una grande città con una parte vecchia e straordinaria e una parte moderna, edificata dagli inglesi durante la colonizzazione. L’India, fortunatamente, è un paese stupendo, pieno di edifici e paesaggi magnifici a condizione di non essere troppo sensibili all’inquinamento atmosferico, il rumore, la puzza e la vista della spazzatura, dappertutto. Si deve anche accettare un mondo completamente diverso, in cui la modernità costeggia spesso il medioevo.
    Quando sono tornato a Parigi, ho avuto l’impressione, la prima sera, di essere in un piccolo paese svizzero.

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  2. Nicolas12/31/2013

    Ho spesso notato che l’India piace molto alle donne e ai grandi viaggiatori. Penso che ci siano parecchie cause a questo. Primo, è un paese molto esotico, ma un esotismo a prima vista un po rassicurante perché la gente ci assomiglia molto e perché il paese è meno pericoloso dell’Africa, e meno differente dai paesi dell ‘estremo Oriente (Cina, Vietnam, etc.) Ci sono anche molti colori, la gente sorride (almeno nella nostra immagine di loro), e la spiritualità new-age è molto presente. Evidentemente, a Dicembre e Gennaio, c’è sole e calore, ció che non è poco ! nell’immaginazione degli Europei, e specialmente dei Francesi, l’India può essere vista un pò come un paradiso perduto. Secondo me, si tratta piuttosto di un inferno. Un’amico mi ha detto che le zanzare erano grandi come dei droni, e che lui era stato inseguito spesso da handicappati mutilati! Secondo il suo racconto, l’ India può essere un vero incubo. Io preferisco molto Capri e il sedicesimo, perché e ricca, pulita, e di destra. Tutto cio che l’India non è. (quest'ultima frase è uno scherzo, e ho tolto « bianco » dell'elenco per non urtare te o Pascal, o gli altri intellettuali di sinistra di questo blog). Più seriamente, se su google scrivi « syndrome du touriste », vedrai che google auto-completa con « Japonais » in prima posizione, poi con « en Inde » in seconda posizione. La spiegazione è che per la gente un po fragile, che si aspetta molto (troppo ?) dal viaggio in India, il confronto con la realtà che Pascal descrive bene (rumore, spazzatura, povertà), può essere duro. C’è perfino un libro a proposito di questo fenomeno :« Fous de l’Inde », di Regis Airault. Ecco un link :
    La descrizione sulla quarta di copertina è interessante:

    « Des personnes jusque-là indemnes de tout trouble psychiatrique éprouvent soudain, sans prise de drogue, un sentiment d'étrangeté et perdent contact avec la réalité. Plus curieux : ces troubles sont presque tous sans lendemain. Revenu chez lui, le voyageur en garde même un bon souvenir et, quelque temps plus tard, il n'a souvent plus qu'une idée en tête : retourner en Inde… »

    (Gente finora senza alcun problema psichiatrico, prova improvvisamente, senza prendere delle droghe, un sentimento di estraneità e perdono contatto con la realtà. Più strano ancora: queste agitazioni scompaiono appena ritornati a casa. Una volta a casa, il viaggiatore ne tiene perfino un buon’ ricordo, e spesso, un po più tardi, ha una sola idea in mente: tornare in India...)

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  3. Nicolas1/14/2014

    Il soggetto dell’India è molto interessante, e c’è davvero tanto da dirne. Quando ho passato un’ anno in un’università inglese, sedici anni fa, avevo degli amici studenti indiani; o almeno uno di loro ne era uno. Tutti erano della casta dei « Bramani »,la più alta, mentre tutti dicevano che le caste non esistevano più, e chi i governi avevano preso delle misure di « discriminazione positive » per le caste più basse. « Io non posso avere questo job perché è riservato a un’altro che non ha perfino le competenze » « Certo, visto così… » Il fatto è che non ho mai saputo come queste caste funzionassero, ma la cosa da cui sono sicuro è che hanno ancora un’importanza enorme ! ma per gli stranieri , è difficile capire ciò che accade in realtà. Nel campo dell’informatica, sono stato in contatto con degli ingeneri indiani, come molti dei miei amici, ma non avevamo capito molto a proposito di quest’aspetto. Da due anni adesso invece, scopriamo nell’attualità, un aspetto molto scuro e duro dell’India: gli stupri di gruppo di donne, spesso indiane ma anche straniere talvolta. avevo già avuto un racconto un po strano di una collega che era stata in India, e che diceva che la frustrazione sessuale era incredibile, e che a lei, nei trasporti, le davano fastidio spesso… Non so quali siano le cause di questi stupri, forse più numerosi di altrove, ma soprattutto tollerati dalla legge, e quindi dalla società. Il fatto che in questo paese non ci sono abbastanza donne è certamente una causa, e sospetto che sia forse molto accettato stuprare una donna di una casta inferiore (ma di questo, i nostri giornali non parlano mai); la causa principale rimane, secondo me, la cultura e la tradizione che nel campo della vita privata non sono mai cambiati dal medioevo. Allora ? India è forse la più grande democrazia del mondo, ma mi sembra anche che sia un paese molto più violento dei nostri paesi europei. Qui c’è evidentemente anche violenza, ma, ma, ma, non tanto. Che ne pensate ?

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