mercoledì 16 ottobre 2013

IL PICCIONE SALVATO


Quel giorno stavamo facendo un'escursione che durava tutto il giorno... Avevamo camminato per 20 km. Alla fine, sul percorso della stazione di Poissy, una mia compagna, Georgette, vede sul marciapiede un piccione che non stava bene. Non si muoveva, ma non era morto. Subito, Georgette tira fuori dal suo zaino un piccolo fazzoletto, lo avvolge e  lo tiene nella mano, proprio sul cuore. Nasconde gli occhi del piccione con il fazzoletto, spiegando che questo non deve poter vedere intorno a lui, perché potrebbe avere paura...
Gli altri escursionisti erano gia sul treno, ma io ho voglia di restare con Georgette. Porto il suo zaino con la frutta raccolta durante il percorso. Viene anche un altro escursionista, Pierre, fino a St Lazare. Ci racconta che si occupa dei barboni : di sera, con dei compagni, fanno delle ronde, per vedere se uno di loro ha bisogno di qualcosa... Ero molto contenta di trovarmi con delle persone che si prendono cura degli esseri viventi. Poi, insieme a Georgette, siamo andate da St. Lazare a Châtillon ( a sud di Parigi ), abbiamo attraversato tutta la capitale... A Châtillon, abbiamo dovuto camminare ancora venti minuti a piedi per raggiungere il rifugio per gli uccelli della città. Erano circa le otto di sera. Eravamo stanche per la lunga giornata e  non avevamo mangiato niente, ma mi sentivo bene...    
Georgette ha suonato al campanello e la direttrice ci ha ricevute. Ha esaminato l’uccello.
" Penso che abbia sbattuto contro una macchina; gli darò del cortisone per una settimana e poi lo lascerò volare via.
Chiedo : " Adesso, vivrà a Châtillon ?". No, mi risponde la direttrice ; tornerà a Poissy; conosce la strada. La sua fidanzata o il suo fidanzato lo stanno aspettando. Sono molto fedeli...
Che bella storia ! Che rapporto avete voi con gli animali?

4 commenti:

  1. Jean-Baptiste10/21/2013

    Cara Agnès,

    Non amo i piccioni, ma capisco il piacere che si prova a stare con persone del genere. Una sera un amico mi ha portato con lui a fare le ronde per dare cibo e coperte ai barboni che dormono fuori la notte. Ti fa capire che tanti soffrono, ma anche che esistono persone che hanno un cuore più grande del nostro, e forse per merito loro se il nostro mondo non va a rotoli.

    A presto

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  2. Philippe9/28/2015

    Ciao Agnès,
    Hai ragione, che bella storia !
    Mi piacciono tutti gli animali : Penso che abbiano un rapporto franco e onesto, e che non conoscano l’ipocrisia e la bugia.
    Ho già scritto due testi sugli animali nel blog.
    Il primo è “l’animale” (da un incidente stradale con una cerva, non ci piace più mangiare della carne). Poi un altro testo sui miei gatti a casa (ne ho quattro).
    Alcuni anni fa, ho parlato con un uomo incaricato di un rifugio per animali : preferiva la vita da solo, con gli animali. Diceva “almeno loro sono veri. Io sono troppo deluso dagli uomini”.
    Attualmente leggo in inglese un libro sulla psicologia dei gatti.
    http://catsensebook.com/
    Questo libro non è ancora disponibile in italiano, ma altri libri di quest’autore ci sono stati
    http://www.lafeltrinelli.it/libri/john-bradshaw/198678
    A presto.
    (...)
    Grazie, a giovedì.

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  3. Florence2/12/2016

    Un giorno, dopo una lunga siesta, decido di pulire la mia bicicletta che era sulla terrazza. Esco dalla stanza con una bacinella in mano, avanzo verso la mia bicicletta e più avanzo e piu scopro una cosa marrone sulla terrazza. Era un uccello che non non si muoveva più. Appena l'ho visto, ho chiamato mia sorella, che era più grande di me, avevo bisogno di aiuto. Ci siamo accorte che l'uccello era ancora vivo ma che non poteva volare. Io e mia sorella, abbiamo deciso di prenderlo e metterlo in un posto all' ombra. Abbiamo provato nutrirlo ma era senza forza allora ci siamo decise a dargli dell'aspirina e un po d'acqua. Erano i soli rimedi che ci sono venuti in mente. Quando eravamo bambini, per noi l'aspirina era la medicina che curava tutto. Alla fine l’aspirina ha funzionato. Dopo qualche ora, l'uccello ha cominciato a muoversi.
    Eravamo contentissime di avere soccorso un uccello, ma per noi era difficile lasciargli spiccare il volo perchè ci eravamo affezionate a lui.

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  4. I miei genitori sono medici. Mi ricordo dall'infanzia che dei pazienti diversi ci chiamavano sempre ed addirittura ci hanno portato degli animali feriti. Mi ricordo, un giorno i miei amici ci hanno portato un piccione malato. I miei genitori si prendevano cura di lui come se un piccione era una persona. Poi abbiamo aiutato un corvo ferito ed un riccio. Penso che prendersi cura degli animali è normale. E’ importante aiutare tutti coloro che hanno bisogno di aiuto, senza distinzioni tra un animale o una persona.

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