giovedì 29 agosto 2013

IL PALIO DI SIENA



Oggi un pò di folklore, ma questo post sara una buona opportunita per imparare i nomi di molti animali. Ogni contrada di Siena è infatti designata dal nome di un animale, e quindi comincio con un elenco "à la Prevert" come dicono i Francesi; ecco l'elenco delle diciasette contrade:

Il drago
La selva (il rinoceronte)
L'onda (il delfino)
L'oca
La lupa
La pantera
La civetta
L'aquila
Il drago
Il leocorno
L'istrice
La tartuca (la tartaruga)
La chiocciola
Il bruco
La giraffa
Il valdimontone (il montone)
La torre (l'elefante)
Il nicchio (la conchiglia)

Ogni anno ci sono due pali: il primo il due luglio ("di provenzano"), e il secondo il sedici agosto ("santa maria"). Questa corsa ha luogo sulla piazza del campo, dove viene messa della sabbia (come a Paris Plage), affinché i cavalli possano correre. Dieci contrade, scelte a caso, partecipano alla prova. I cavalli sono anche loro attribuiti a caso, tirati a sorte qualche giorno prima. La corsa consiste nel fare tre volte il giro della piazza, e la contrada vincitrice è quella il cui cavallo arriva primo (persino se non c’è un fantino sopra, ma è raro). Le cadute sono molto frequenti e la corsa è molto pericolosa. È interessante notare che i fantini non sono nativi delle contrade e che sono spesso Sardi !
(secondo Wikipedia, in ogni caso). Mi delude un pò che lo stesso fantino possa correre per contrade diverse ogni anno, come nelle squadre di calcio di oggi. Un vero spirito mercenario, che esiste forse dal medioevo.
Si dice che i giorni del palio siano un pò speciali, e che questa manifestazione non sia fatta solo per i turisti, come se si potesse sospettarlo. Dai film visti su youtube, l'ambiente assomiglia un po a quello delle corrida, ma comunque meno stupido.

3 commenti:

  1. Jean Baptiste9/11/2013

    Ciao Nico,

    il tuo articolo mi ha molto interessato, deve essere davvero bello assistere al palio. Inoltre tutto cio' che riguarda le vecchie tradizioni tramandate da secoli a me piace molto. Ho cercato un po' in internet e ho trovato questo articolo interessante che riponde ad alcune delle tue riflessioni:

    Trecciolino è una persona schietta, simpatica e alla mano. È senese, di famiglia montanaiola (contrada del Montone) però, essendo nato e avendo vissuto fuori dalle mura, non ha avuto modo di fare vita di contrada, assumendone spirito e atteggiamenti. Ecco uno dei motivi per cui riesce a correre anche per altre contrade. Ora per esempio è il fantino del Bruco ma, non partecipando questa contrada al Palio di luglio, Trecciolino ancora non sa per chi correrà.
    Ma, gli chiedo, uno che di mestiere è fantino del Palio vive, lavora e fatica tutto l'anno solo per i 180 secondi delle due corse? Praticamente sì, anche se un altro aspetto del lavoro di Bruschelli è allenare i cavalli che partecipano ai diversi palii che si corrono in Italia. Ovviamente per questo impegno è pagato dai proprietari dei cavalli. Ecco un altro mistero di cui Trecciolino mi parla. Il Palio è sacro: quello di luglio è dedicato alla Madonna di Provenzano, quello di agosto è dedicato alla Madonna Assunta, sul palio (il «cencio») obbligatoriamente è raffigurata la Madonna, il palio viene portato in chiesa, il cavallo viene portato in chiesa per la benedizione, e se durante la cerimonia il cavallo «stalla», è considerato di buon auspicio. Poi senti quello che si dice la gente, la senti «berciare», vedi gli schiaffi, i pugni, le risse fra contradaioli avversari, le nerbate tra fantini e capisci che il Palio ha uno spiccato lato profano.A proposito di nerbate, Bruschelli puntualizza che i fantini, quelli intelligenti, durante l'anno riescono a essere anche amici, perché capiscono che la nerbata fa parte del mestiere, e se la contrada ti chiede di nerbare il fantino della contrada storicamente nemica, «tu devi farlo, anche se non c'è niente di personale», perché «il fantino deve onorare il giubbetto e il giubbetto rappresenta la contrada. Quello che chiede la contrada, il fantino lo deve fare. Io personalmente, comunque, non sono nemico di nessuno». In ogni caso, rivalità, odii, risse un po' fanno parte del colore locale, e un po' vengono montate, magari dal senese stesso: infatti «il morto non c'è mai scappato e neanche feriti gravi, alla fine ci sono solo le scazzottate “sane” come le chiamano a Siena».

    Ciao !

    RispondiElimina
  2. Bertrand5/05/2015

    Ciao Nicolas; Molti anni fa, sono andato a Siena alla fine de Luglio et quindi non ho visto il Palio. Ma ho visto nelle strade ragazzini gioccare al Palio con compagni et con bandiere. Mi ricordo avere comprato bandiere di qualche contrada e averle datte ai miei nepoti quando tornava in Francia. Non ho proprio visto un evento simile. Mi ricordo invece di un concorso di salto a cavallo d’estate in un borgo del centro della Francio. Era un importantissimo evento per tutta la gente dei contorni che lo guardo con molto serio. Quando ero un bambino mi piacevano molto i corsi ciclistichi che passavano sulle strade in Bretagne. Ma, adesso, non mi piacciono più per niente perchè c’è troppo doping e troppo spettatore ubriachi.

    RispondiElimina
  3. Ciao Nicolas,

    Quando ho letto il tuo articolo, alcuni ricordi mi sono tornati in mente. Sono d’origini molisane e dalle nostre parti abbiamo una tradizione che somiglia alla corsa del palio. Si chiama la cavalcata dei buoi. E’ l’evento più importante per la popolazione locale. Due squadre si contendono il premio finale, i giallorossi e i biancoblu.I preparativi per la corsa sono lunghissimi e durano un anno.
    I buoi tirano i carri accerchiati da cavalli da cui i fantini colpiscono gli animali.
    Per 4 chilometri attraversano diversi paesi, tra cui Ururi, il paese da cui provengo e i cui abitanti parlano ancora l’albanese. D’altronde questa corsa sarebbe d’origine albanese. Non mi piace troppo questo tipo d’usanza, ma capisco il significato e spero di avertela fatta scoprire.

    RispondiElimina